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07/03/2018

LETTERA GIPU N. 2 (31) – Consiliatura 2017-2020 AI GIORNALISTI PUBBLICISTI DELL’EMILIA-ROMAGNA


LETTERA GIPU N. 2 (31) – Consiliatura 2017-2020 AI GIORNALISTI PUBBLICISTI DELL’EMILIA-ROMAGNA

Care Colleghe e cari Colleghi,
siamo a inviarvi la prima Lettera Gipu 2018, con le ultime novità e riflessioni, con il contributo di tutti gli amici Gipu nelle istituzioni della categoria, in particolare di Emilio Bonavita, Michelangelo Bucci, Francesca Caggiati, Mario Paolo Guidetti e Alberto Lazzarini.

1. L’IMPEGNO DEI GIORNALISTI PUBBLICISTI

Nonostante la finta riforma della professione, che ha ridotto drasticamente la rappresentanza nazionale dei Giornalisti Pubblicisti, grazie al vostro impegno, siamo riusciti a garantirci una presenza in tanti tavoli di autogestione della nostra categoria e periodicamente vi informeremo su quello che “bolle in pentola”, non solo attraverso la rete, ma anche e soprattutto in tutte le occasioni che avremo di incontrarci.

Pensiamo ai corsi di formazione e aggiornamento, ma anche ad appuntamenti tradizionali, quali la memoria del nostro santo patrono (vedi punto 7), incontri e assemblee, con particolare riferimento alle specializzazioni che continuano a essere al centro del nostro lavoro, perché mettono a confronto i giornalisti con la società civile, con i protagonisti del mondo politico, sociale e imprenditoriale che si dimostrano sensibili al valore della nostra professione, quando facciamo lo sforzo di rappresentarla nella sua cruda realtà, senza seguire le mode del momento che sono ad esempio la distinzione manichea tra notizie vere e notizie false (con un termine anglosassone ormai abusato).

Una professione della quale dobbiamo comunicare anche il “valore economico”, al pari di qualunque mestiere o impiego. Per questo non ci pare fuori luogo rivendicare un minimo di riconoscimento al nostro tempo di lavoro, come pure il ripristino del Tariffario minimo delle prestazioni giornalistiche troppo frettolosamente abbandonato sull'altare dell'incomunicabilità con i datori di lavoro, privati o pubblici che siano.

Buona lettura, dunque, e un invito caloroso a dialogare con noi; siamo tanti iscritti agli organismi di categoria, ma dobbiamo diventare più propositivi e solidali.

2. CORSI DI FORMAZIONE, LE SANZIONI PER GLI INADEMPIENTI

Sanzioni per chi non ha mai partecipato ai corsi di formazione nel triennio e per chi non ha raggiunto il numero prescritto di crediti. È questa la decisione assunta dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, nella più recente seduta, che ha approvato – senza voti contrari – un documento contenente alcune linee guida in materia di sanzioni disciplinari per il mancato assolvimento dell'obbligo formativo, introdotto con il DPR 137/2012, relativo al triennio 2014-2016.

Lettera Gipu n. 2 (31) – 17 febbraio 2018 2

I Consigli regionali e i Consigli Territoriali di Disciplina dovranno “avviare i procedimenti a partire dagli inadempienti totali”. Vengono anche indicate le modalità di contestazione da effettuarsi tramite e-mail certificata (dal 2010 obbligatoria per tutti i professionisti) ed, eventualmente, e-mail ordinaria.

Per quanto riguarda le sanzioni, il documento approvato dal Cnog, prevede la censura per gli inadempienti totali e l'avvertimento per gli inadempienti parziali. In caso di posizioni recidive riscontrate al termine del triennio 2017-2019, si prefigura la possibilità di un inasprimento delle sanzioni sulla base di un criterio di proporzionalità. Questo vuol dire che dopo la censura comminata per il primo triennio, l'ulteriore inadempimento dell'obbligo formativo determinerà una sospensione.

3. UN CORSO SULLE BABY GANG
"Baby gang e devianza: il racconto di un fenomeno sociale tra cronaca e deontologia. La Carta di Treviso" è il titolo dell’evento formativo organizzato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti che si terrà a Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, il 26 febbraio, dalle ore 14.00 alle ore 18.00.
La scelta del tema è dettata da una serie di recenti fatti di cronaca che hanno portato alla ribalta la recrudescenza di episodi criminali con i minori al centro dell'interesse mediatico. Un'attenzione particolare è rivolta ai principi deontolo- gici sanciti dalla Carta di Treviso siglata nel 1990 per sensibilizzare gli operatori dell'informazione sulla tutela dei minori coinvolti in fatti di cronaca. Coordina l’evento Carlo Verna, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine Giornalisti. Intervengono: Filomena Albano, dell'Autorità Garante per l'Infanzia, Maria De Luzemberger, procuratore del Tribunale dei Minori di Napoli, Silvia Ricciardi, dell'Associazione Jonathan onlus, Roberto Natale, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico su etica e formazione di Articolo 21, e Franco Elisei, presidente dell'Ordine Giornalisti delle Marche e coestensore della Carta di Treviso. È prevista altresì la partecipazione di direttori di testate. Il corso è valido per la formazione professionale e dà diritto a 6 crediti deontologici. L’iscrizione va effettuata come di consueto tramite Piattaforma Sigef (vedi punto 9).

4 ESTENSIONE DEL RICONGIUNGIMENTO
Il Consiglio nazionale dell’Ordine ha concesso ai Giornalisti Pubblicisti altri due anni di tempo per accedere al praticantato e all’esame da professionista, a patto che svolgano in maniera prevalente la professione. La misura, inizialmente pensata per tre anni e poi estesa di un anno fino al dicembre 2017, è stata ulteriormente prorogata al 31 dicembre 2019. Può richiedere il ricongiungimento, al proprio Ordine regionale, il pubblicista iscritto all'elenco da almeno cinque anni, che alla data della domanda abbia esercitato, in maniera sistematica e prevalente, attività giornalistica retribuita per almeno 36 mesi nel quinquennio precedente, di cui 18 nell'ultimo triennio. Questa attività dovrà essere dimostrata da una documentazione (anche fiscale) che attesti le collaborazioni prestate, oltre ad una relazione (per ogni testata) di quanto realizzato, allegando scritti, fotografie, produzioni audio o video.

Lettera Gipu n. 2 (31) – 17 febbraio 2018 3

La relazione dovrà essere confermata dal direttore o da un iscritto all'Ordine, oppure accertata direttamente dall'Ordine regionale. Il giornalista deve disporre inoltre di una regolare posizione contributiva, attestare di vivere di giornalismo in via prevalente (i redditi non giornalistici non devono superare la metà del totale) e dimostrare un reddito giornalistico non inferiore “alla metà del minimo tabellare lordo previsto per il praticante con meno di 12 mesi di servizio come stabilito dal Contratto collettivo nazionale del lavoro giornalistico” (all’incirca 400 euro lordi al mese).

Una volta accolta la domanda, l’Ordine regionale consente al collega l’iscrizione ad un corso telematico di formazione da 40 ore (su di una piattaforma elaborata dal Cnog), più 8 ore dal vivo in aula con un programma definito e certificato dall’Ordine regionale. Una volta superato il corso telematico, il giornalista sarà iscritto retroattivamente al registro dei praticanti e avrà altri 18 mesi di tempo per sostenere l’esame da professionista a Roma.

5. CONVENZIONE CON IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE

Il Consiglio regionale dell’Ordine ha dato indicazione di individuare i colleghi disposti ad andare nelle scuole superiori per spiegare, alle classi quinte, come si fa un pezzo giornalistico in vista dell’esame di Maturità, dando seguito al protocollo Miur-OdG frutto del lavoro della commissione cultura del Consiglio nazionale, presieduta dal nostro Alberto Lazzarini. Su proposta del presidente Rossi, il consigliere Michelangelo Bucci è stato indicato come referente del progetto per l’Emilia-Romagna. Una volta ricevute dall’ex Provveditorato regionale agli studi gli elenchi delle scuole partecipanti al progetto, si terrà una prima riunione operativa tra i giornalisti coinvolti.

6. CONCORSO NAZIONALE "FARE IL GIORNALE NELLE SCUOLE"

L’omonimo gruppo di lavoro del Consiglio nazionale, di cui fa parte la consigliera professionista di Cesena Elide Giordani, sta procedendo all’esame delle centinaia di elaborati giunti dalle scuole di tutta Italia (elementari, medie e superiori), al fine di premiare i migliori giornalini scolastici d’Italia. Ai lavori partecipa anche il consigliere regionale Michelangelo Bucci, quale delegato dell’OdG Emilia-Romagna, poiché la cerimonia di premiazione si terrà (per il terzo anno consecutivo) a Cesena, mercoledì 4 e giovedì 5 aprile. Il tema dell’evento, e i nomi dei giornalisti ospiti al forum di confronto con gli studenti, sono in corso di definizione.

7. DAL SEMINARIO SU NOTIZIE FALSE E DEONTOLOGIA

“Si vuol dare sempre più l’idea di un Paese frantumato, sull’orlo del collasso”.

Ma non è così: ecco perché il ruolo del giornalista è tanto importante, per offrire “un aiuto a questo disorientamento, volto a far diminuire la paura e a “rigenerare l’umano”, come ha affermato il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca (Commissione Cei per le comunicazioni sociali) davanti a oltre centocinquanta colleghi presenti al seminario su “Notizie false, deontologia e giornalismo per la pace” svoltosi il 26 gennaio scorso a Imola. Coordinato dal direttore dell’Ufficio regionale per le Comunicazioni sociali Alessandro Rondoni, l’incontro era organizzato dallo stesso ufficio in collaborazione con Ordine e Fondazione regionali, Fisc, Ucsi, Gater, Acer e Green Accord.

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Questi alcuni spunti per le nostre riflessioni. Giovanni Rossi, presidente dell’Ordine, ha sottolineato la crisi del ruolo del giornalista, spesso sottopagato e alle prese col tempo che manca di continuo, dunque in difficoltà con l’obbligo professionale e morale di controllare le notizie. Di qui la grande responsabilità degli editori e la constatazione che “la cosa più difficile, per chi fa questo mestiere, è quella di battagliare all’interno del proprio giornale” per salvaguardare deontologia e libertà al servizio del lettore, mettendo in campo impegno e sensibilità per selezionare le notizie all’interno di un sistema che ne sforna quotidianamente una “produzio-ne massiva”. Quanto alle fake news, Rossi ha ricordato che non sono prerogativa della rete web: gli stessi vertici di Facebook la definiscono “corrosiva per la democrazia”. L’antidoto non può però ridursi al lavoro della Polizia postale impegnata a smascherarle. Occorre invece che noi giornalisti rispettiamo sempre meglio le regole deontologiche (l’Ordine ha definito il testo unico che amalgama le varie Carte) e puntiamo di più sulla formazione professionale, scolastica, personale per avere “una mente flessibile come deve essere quella dei giornalisti”. Mons. Camisasca si è rivolto direttamente a noi giornalisti (“Fate parte di un sistema più grande di voi stessi”), ricordandoci la grande respon- sabilità che ricopriamo alla luce dell’enorme potere che hanno le comunica- zioni sociali: “Molte vite dipendono da voi”, tanto che “vite trascurabili” diventano potenti attraverso i media. Allo stesso modo si distruggono vite, magari solo “per desiderio di sensazionalità passando sopra al rispetto della persona e della verità”. La notizia, come ben sappiamo, può costituire una vera e propria arma. Noi giornalisti dobbiamo confrontarci e scontrarci con editori e direttori, spesso condizionati da pubblicità e potere. I problemi deontologici da affrontare sono “giganteschi”, creati dai poteri forti dei mondi della finanza, della chimica, della farmaceutica, degli armamenti. E intanto avanza il web: con i social “tutti possiamo essere protagonisti dell’informazione”. È la fine del giornalismo? Certo che no, ma occorrono linee guida. Ad esempio, bisogna: “Trasmettere ciò che di autentico avete trovato nei fatti”, pur se “vedere in profondità è difficile e dispendioso”. Anche il modo di “porgere” dev’essere efficace, anzi “affascinare”. Il giornalismo è una autentica missione che nasce dalle battaglie continue degli operatori dell’in- formazione per raccontare con coscienza e discernimento, “non inqui- nando la verità”. Infatti, ha chiesto Camisasca, “È un uomo vero chi calpesta la verità?”. Il vescovo ha concluso lamentando le troppe cattive notizie che girano sui tg, che “alzano il tasso di depressione tra la gente”, inducendo a pensare che la nostra società non potrà farcela. Intorno, invece, abbiamo mille quotidiani esempi di cose che funzionano, di persone impegnate, problemi risolti, vita autentica e positiva. Paolo Ruffini, direttore TV2000, ha afferma- to: “Quando cambia la comunicazione, cambia la società”. Il web e i social hanno determinato questa rivoluzione, che va governata senza rifugiarsi nell’arroccamento quale risposta al cattivo giornalismo, in parte prodotto “dai nuovi padroni che governano gli algoritmi”. La risposta passa attraverso la comprensione delle differenze, lo sviluppo della franchezza, della giusta selezione delle notizie vere, combattendo, come ha sottolineato anche papa Francesco, l’eccesso di slogan con la consapevolezza che la realtà è complessa.


 

 

 

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