Lavoro
27/06/2015
La Minerva: una storia d’eccellenza elettromeccanica tutta bolognese che dura da 70 anni.
Il dopoguerra, la passione per la meccanica, le idee, lo spirito imprenditoriale di un uomo e della sua famiglia, l’etica e il futuro. Le macchine per la lavorazione delle carni e di altri alimenti sono nate a Bologna nel 1945, ma oggi le comprano in tutto il mondo e sono sinonimo di una qualità tipica italiana.
“La Storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
 siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
 La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta
 escluso…”.
Queste le prime parole di una celebre canzone del cantautore De Gregori. La storia intesa come progresso degli uomini, del popolo, della gente comune che con obiettivi e azioni diventano protagonisti di un futuro che diventa anche il futuro di altre persone, per conseguenza diretta o indiretta, perché li coinvolge intrecciandosi con le loro vite. Questa è quindi la storia di un’azienda che nel mese di giugno 2015 ha festeggiato 70 anni di lavoro, di fatiche, di imprese possibili ed impossibili, di delusioni e di successi, di vita insomma, perché vita e lavoro sono binari di un’unica linea su cui corre un treno pieno di passeggeri, che di questa storia fanno parte.
Mario Chiodini nasce nel 1911 a Budrio. E’ un ragazzino comune, come tanti all’epoca. Vita dura e poca scuola, che per esigenze familiari deve lasciare presto. Lavora presso l’officina di un fabbro ferraio, poi presso vari artigiani, quindi manutentore di macchine per la lavorazione del legno. Alla sera, al rientro dal lavoro, niente riposo. La passione, la vocazione tecnica e l’esperienza lo spingono a costruire cucine economiche in ferro battuto e lamiera per le famiglie del luogo. Viene assunto come attrezzista specializzato presso la Giordani, antica fabbrica di giocattoli e carrozzine. Poi, nel 1942, la decisione che darà la svolta alla sua vita, e di conseguenza a quella dei suoi familiari e di tutte le persone che lo incroceranno nei decenni successivi: mettersi in proprio, aprire un’officina meccanica e dare libero sfogo alla sua ansia di apprendere, inventare, sviluppare, progettare, lavorare e fare impresa.
Nel 1945 nasce ufficialmente La Minerva ed inizia a produrre attrezzature destinate al settore della ristorazione, proponendo da subito una gamma di macinacaffé, tritacarne, grattugie, monta panna, frullatori, spremiagrumi e affettatrici per alberghi, bar, ristoranti, negozi di generi alimentari, macellerie, con un ottimo rapporto qualità, prezzo, durata. Mario Chiodini chiama così la sua ditta perché Minerva era la dea dell’intelligenza: “Senza intelligenza non si fa impresa…” diceva. Con lui, decisa e dal forte spirito imprenditoriale, la moglie Maria e, fin da adolescente, la figlia Franca, attuale punto di riferimento aziendale.
L’Italia è ancora immersa nel dopoguerra, ma inizia lentamente la sua ripresa economica. Minerva ha bisogno di nuovi spazi. Viene individuata una sede più grande e appropriata e il trasloco avviene con l’ausilio di vecchi carretti trainati a mano. Le aspettative commerciali sono alte, perché i segnali di quello che sarebbe stato il “miracolo economico italiano” erano già visibili. La novità e l'affidabilità dei prodotti Minerva viene riconosciuta velocemente sia in Italia che all'estero. Cominciano le esportazioni e la partecipazione a diverse fiere nel mondo. Mario Chiodini, con i suoi operai e collaboratori, continua la crescita imprenditoriale, anche insegnando la meccanica a tanti ragazzi senza lavoro ma con tanta buona volontà, fermamente convinto che un atteggiamento comprensivo, cordiale, onesto e rispettoso verso i suoi collaboratori ed operai sia propedeutico per un corretto sviluppo aziendale. Alcuni di loro lavoreranno in Minerva per decenni, fino alla pensione, altri formeranno proprie aziende. Al team di lavoro nel tempo si unisce il marito della figlia Franca, Rag. Franco Salati, che curerà la parte amministrativa.
Sono gli inizi degli anni ’60. Un’ impetuosa e veloce espansione economica cambia la vita e le abitudini della popolazione a tutti i livelli sociali. Cambia anche il volto delle attività commerciali. Nascono i primi supermercati, ma anche i negozi al dettaglio si attrezzano per migliorare il rapporto con i clienti. La Minerva, grazie alla qualità e alle prestazioni delle sue macchine, vince gare d’appalto e forniture per le Ferrovie, per le caserme di Polizia, Carabinieri, Esercito e Vigili del Fuoco. Ha bisogno di nuovi spazi, nuove macchine utensili per produrre più in fretta e fare fronte alle numerose richieste. Si trasferisce in una nuova sede, logisticamente più vicina alla tangenziale di Bologna, dove resterà fino al 2003. Al lavoro della figlia Franca e del marito Franco, eredi dello spirito imprenditoriale di Mario Chiodini, si unisce nel frattempo quello dei figli Elisabetta, Andrea e Daniele, con varie mansioni e competenze.
Una forte leadership familiare e una moderna mentalità manageriale orientata al marketing portano La Minerva ad acquisire ed incorporare nel primo decennio del 2000 alcuni concorrenti: prima la ditta Artex di Bologna, poi la ditta Omega di Varese, proprietaria di altri marchi storici come Ceg, General Machine, Regina, Suprema, molto conosciuti dagli addetti ai lavori in tutto il mondo. Inizia la costruzione del nuovo stabilimento di 5.000 mq coperti in Roveri, l’area industriale più grande di Bologna e tra le più importanti d'Italia.
Mario Chiodini non ha potuto vedere le ultime evoluzioni della sua azienda, né tutti gli ultimi modelli di macchine che hanno arricchito la gamma in questi ultimi anni, grazie al lavoro dei suoi nipoti, guidati dalla vigile presenza della figlia Franca, che durante i recenti festeggiamenti del 70° anniversario della nascita della Minerva ha affermato, con grande serenità e convinzione: “Io sono solo una traghettatrice dei valori e dell’imprenditorialità di mio papà Mario verso i miei figli Elisabetta, Andrea e Daniele, che rappresentano il futuro di questa azienda…”.
Oggi Minerva Omega Group è ormai diventata un’industria che da lavoro a quasi 80 persone nei due stabilimenti di Bologna, sede storica e Varese, dove era attiva Omega, oltre all’ indotto nel territorio, ed è avviata verso un nuovo e costante processo di trasformazione e sviluppo, fortemente determinata a mantenere, difendere e sostenere la produzione Made in Italy senza delocalizzare, nonostante le forti difficoltà del momento, per rispettare la memoria ed i principi etici del fondatore. Le sue macchine, evoluzione della passione meccanica di un ragazzino del novecento, Mario Chiodini, sono esportate all’estero per il 60 per cento della produzione, con clienti come il Cremino, il Vaticano, la Nato, la casa reale dei Windsor, l’esercito americano, oltre alle principali organizzazioni della grande distribuzione organizzata, perché riconosciute evolute, affidabili e sicure. Un’eccellenza tutta bolognese nata 70 anni fa, grazie alla passione, inventiva, laboriosità e tenacia di un uomo qualunque.
Il futuro? Soluzioni di application platform funzionanti tramite web che collegano i macchinari e li fanno dialogare con un controllore centrale, fornendo statistiche e informazioni utili ai responsabili della sicurezza e della manutenzione. “La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta
 escluso…”
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