Agroalimentare
10/02/2017
Op ortofrutticole, bloccata la delega alla fatturazione
La Conferenza Stato - Regioni che, in base all’art.1 del DM MIPAAF del 31 dicembre 2015 n.7307 (Conferma della validità delle disposizioni nazionali in materia di riconoscimento e controllo delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli e loro associazioni, di fondi di esercizio e programmi operativi, adottate con decreto ministeriale 28 agosto 2014, n. 9084), era di fatto deputata alla definizione applicativa della proroga alla fatturazione delegata, il 4 marzo scorso non ha trovato l’accordo necessario ed ha di fatto sancito la sospensione, se non l’abrogazione, del suddetto DM.
In questo caso entra nel limbo tutto il sistema che vede le Organizzazioni di Produttori(OP)delegare ai soci persone giuridiche la possibilità di fatturare “in delega”, tant’è che, ad esempio, la Regione Emilia Romagna ha subito emesso una circolare con la quale informa le OP che sia “utile” sospendere tale procedimento. In attesa di avere nuove direttive.
Certo che la sospensione del DM 7307/2015 porta le OP, che hanno scelto di usufruire di tale opzione, a dare un’accelerata al piano alternativo, perché nello spirito del legislatore comunitario, si ricorda, vi è quello di coagulare tutta la fatturazione in capo all’OP.
A causa del mancato accordo nell’ultima seduta della Conferenza Stato - Regioni uno dei pericoli che qualcuno paventa è che si perda la VPC (Valore della Produzione Commercializzata) causa l’eventuale effetto retroattivo delle nuove regole che si andranno a definire.
Le vendite effettuate “in delega”, infatti, costituiscono parte integrante del valore che l’OP deve prendere in
esame per calcolare l’8.2% relativo al proprio Piano Operativo (PO)annuale.
Così fosse, il PO in questione delle OP interessate si vedrebbe ridimensionato delle vendite effettuate dal 1° gennaio scorso sino alla data della sospensione.
Il vuoto legislativo che si è venuto a creare, però, non deve penalizzare le OP, le quali, comunque – ma questa è magra consolazione – hanno operato regolarmente dall’entrata in vigore del DM in parola, ovvero secondo quanto disposto dalla normativa nazionale.
Qualora questa condizione di sospensione/abrogazione fosse confermata l’orientamento a che le OP italiane ideali possano essere quelle di medie dimensioni pare prenda più corpo, purché possano ritrovarsi in Società commerciali di forte impatto mercantile e capitalizzate dalle OP stesse. Per medie dimensioni, pur essendo questo termine soggettivo ed opinabile in quanto non canonicamente definito, si può sostanzialmente intendere che le OP ortofrutticole – in base ai parametri oggi noti - abbiano una VPC superiore ai € 7/10 mln fino a circa € 20/25 mln OP di medie dimensioni, quindi, possono più facilmente superare il concetto della delega alla fatturazione e concentrarsi sulla fatturazione diretta. Soprattutto se costituite principalmente da soci persone fisiche e siano esse in forma cooperativa o Consortile agricola.
Le Società commerciali, come già trattato nel n°7 del giornale, si intende che laddove si voglia raggiungere la cosiddetta massa critica, in virtù del “campanilismo” che ancora è forte in molte aree italiane e frena l’aggregazione produttiva, si propone di realizzare concentrazioni a livello superiore e più ampio, ovvero di operatori, tramite la creazione di Società commerciali ad elevato capitale, con una governance possibilmente scelta dalle OP-produttori.
novembre 2024
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di: Alberto Bortolotti
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