Agroalimentare
10/06/2013
L’Export Agroalimentare: la via di uscita dalla crisi
Chi riesce ad incrementare la propria quota di export, raggiunge degli obiettivi di questi tempi insperati
Roberto Lovato, Head of Food & Wine Department presso l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ci illustra come in un periodo di forte contrazione economica sia ancora possibile per le imprese agro-alimentari ottenere dei risultati, anche importanti, sui mercati esteri, in particolare in quei Paesi con forte crescita della domanda interna e maggiore propensione agli acquisti, in cui il “Made in Italy” è visto come prodotto di eccellenza.
1. In questi anni di crisi e riduzione dei consumi, può ancora l’export essere una via d’uscita ed un alternativa percorribile per le aziende del settore agroalimentare?
Nel periodo 2000/2012 l’export alimentare ha mostrato un andamento molto interessante con una tendenza decisamente più brillante rispetto ad altri settori produttivi; con una crescita stimata in valuta del +92%, mette a segno un incremento quasi doppio rispetto alla media di +49% fatta registrare dall’export complessivo del Paese.
Si tenga presente che nel medesimo periodo la produzione industriale del settore ha registrato un aumento di circa il 10%, mentre i consumi interni sono risultati sostanzialmente stagnanti; questo sta a significare che l'unica possibilità di incremento produttivo e di fatturato per le aziende italiane del settore è rappresentata dai mercati esteri.
La previsione e l'auspicio sono quindi indirizzati ad una continuazione di questa tendenza, con un progressivo maggior incremento dei valori rispetto ai volumi, che sta a testimoniare di una graduale collocazione dei prodotti italiani nei segmenti di mercato più remunerativi.
2. Il tessuto imprenditoriale italiano è formato da una miriade di piccole, se non piccolissime, e medie imprese. Hanno qualche possibilità di competere realtà di questo tipo sul piano internazionale?
La possibilità di competere a livello internazionale non è solo una questione di dimensioni; dipende soprattutto dalla capacità dell’azienda di collocarsi nel segmento distributivo adeguato al proprio prodotto e di trovare in esso un partner commerciale serio e affidabile interessato al reciproco sviluppo. Abbiamo numerosi esempi di aziende di piccole dimensioni che sono riuscite, con le scelte giuste, ad accrescere le proprie dimensioni operative e a collocare il proprio prodotto pressoché esclusivamente sui mercati esteri. Il ruolo dell’ICE-Agenzia è sicuramente anche quello di supportare le aziende in queste scelte. Tra l’altro, recenti indagini evidenziano come la vocazione all’export sembra essere molto sviluppata nelle aziende che producono DOP e IGP, ambito nel quale prevalgono aziende di dimensioni medio-piccolo
3. Esiste una soglia dimensionale o di fatturato minima sotto la quale sconsigliate all’azienda di cimentarsi in avventure all’estero?
Non si può operare alcuna generalizzazione in tal senso, i mercati internazionali offrono opportunità per tutti i prodotti del Made in Italy e per aziende di qualsiasi dimensione.
Le aziende che ricorrono ai servizi dell’ICE-Agenzia sono prevalentemente di dimensione medio-piccola e riescono, ciascuna con modalità e tempi diversi, ad individuare partner commerciali interessati ai loro prodotti. Sicuramente in funzione della dimensione aziendale e della capacità produttiva, oltre che a seconda di quale sia il Paese di destinazione, diverso sarà il percorso di internazionalizzazione.
La funzione dell’ICE consiste proprio nel guidare le aziende sul percorso più mirato alle loro esigenze.
4. Il trend di crescita è maggiore per i prodotti di nicchia/biologici oppure per il Made in Italy di produzione industriale e per i grandi marchi?
Il fatturato complessivo dell’intera industria alimentare ammonta a 130 miliardi di Euro, di cui 28,5 miliardi destinati all’export. A questo successo contribuiscono indubbiamente le eccellenze agro-alimentari italiane, sia quelle biologiche, sia quelle a denominazione di origine.
Quello delle DOP e IGP si conferma un segmento trainante per il Made in Italy agroalimentare, capace di dare impulso ad un più ampio sistema, costituito dall’insieme dei prodotti agricoli e alimentari nazionali, fondato su principi di qualità. Un comparto, quello delle denominazioni d’origine, che da quanto emerge anche dal rapporto Ismea-Qualivita 2012, oltre a un’elevata propensione all’export, mostra una dimensione economica ancora in crescita, nonostante le difficoltà del momento.
Focalizzando l’attenzione sull’export del Made in Italy agroalimentare, i prodotti che più degli altri hanno presentato nel 2012 una dinamica particolarmente positiva sono stati i prodotti dolciari a base di cacao (+17,1%) e i prodotti della panetteria, della biscotteria e della pasticceria (+8,7%). Bene anche le esportazioni di vini e spumanti (+6,6%, con i vini a +5,5% e gli spumanti a +13,8%), vermouth (+11,6%), preparazioni e conserve suine (+6,9%), pasta (+6,7%), preparazioni di ortaggi, legumi e frutta (+6,1%) e aceti (+5,9%). In rallentamento la crescita dell’export di formaggi e latticini (+3,5%) e dell’olio di oliva (+2,4%).
Per quanto riguarda i prodotti biologici, come evidenzia una ricerca di Nomisma sulla base di un’indagine Ismea-Firab, per le esportazioni non esiste un sistema di monitoraggio permanente in grado di quantificare i flussi agro-alimentari di prodotti biologici; in termini generali si può però senz’altro affermare che esiste un costante aumento di interesse dei mercati internazionali verso prodotti che assicurano da un lato la salubrità alimentare e dall’altro metodi di produzione rispettosi dell’ambiente.
5. Quali sono nello specifico i servizi che l’ICE-Agenzia mette a disposizione delle aziende del settore agro-alimentare per affiancarle nei loro business all’estero?
L’Agenzia assiste le aziende agro-alimentari nel processo di internazionalizzazione su diversi livelli. Innanzitutto attraverso l’organizzazione di collettive all’interno delle principali manifestazioni fieristiche internazionali nelle quali, grazie ad una consolidata presenza negli anni, riesce ad ottenere spazi che consentono una notevole visibilità alle imprese italiane.
L’ICE-Agenzia inoltre organizza nei diversi Paesi azioni promozionali rivolte ai consumatori, curando la promozione dei prodotti della cucina italiana nella ristorazione, nella Grande Distribuzione e nelle Scuole di cucina. Periodicamente, in alcuni casi anche in collaborazione con le Associazioni di categoria e/o i Consorzi di tutela, l’Agenzia organizza eventi seminariali dedicati a specifici prodotti (formaggi, salumi, vini) nei quali vengono presentate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dei prodotti successivamente proposti in degustazione alla presenza di aziende produttrici italiane.
Grazie a rapporti di collaborazione con i principali enti fieristici italiani, l’ICE-Agenzia invita buyer e importatori a visitare le manifestazioni fieristiche di settore in Italia, consentendo così ad un’ampia platea di aziende italiane di potersi interfacciare con interlocutori internazionali selezionati nei diversi mercati-target.
In presenza di determinati progetti-Paese l’ICE-Agenzia organizza incontri B2B fra aziende italiane e buyer esteri allo scopo di favorire l’accesso ai mercati più impegnativi.
6.Oltre alla sede di Roma e agli uffici in oltre novanta Paesi esteri, l’ICE-Agenzia ha anche filiali territoriali in ogni Regione italiana, quale tipo di supporto riescono a fornire? Quali invece i servizi erogati solo dalla sede centrale?
La Legge istitutiva dell’ICE-Agenzia n. 214 del 22 dicembre 2011 ha stabilito la chiusura delle sedi regionali in Italia, pertanto l’Agenzia ha conservato sul territorio nazionale unicamente le sedi di Roma e Milano. L'Agenzia ha il compito di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l'estero, con particolare attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese, dei loro consorzi e raggruppamenti. L'ICE-Agenzia opera al fine di sviluppare l'internazionalizzazione delle imprese italiane, nonché la commercializzazione dei beni e servizi italiani nei mercati internazionali, e di promuovere l'immagine del prodotto italiano nel mondo.
Nello svolgimento delle proprie attività, l'Agenzia opera in stretto raccordo con le Regioni, le Camere di Commercio, le organizzazioni imprenditoriali e gli altri soggetti pubblici e privati interessati, ai sensi di linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione ed internazionalizzazione delle imprese che verranno assunte da una cabina di regia istituzionale.
7.La consultazione delle banche dati e dei profili Paese presenti sul sito dell’ICE-Agenzia www.ice.gov.it quali informazioni si possono reperire ad esempio?
In considerazione del fatto che ogni mercato ha caratteristiche commerciali e distributive specifiche, una propria legislazione in merito all'importazione e delle dinamiche d'acquisto non generalizzabili, il sito contiene specifiche sezioni dedicate ai singoli Paesi.
In particolare, accedendo alla sezione del sito dell’ICE-Agenzia il tuo mercato" si possono consultare le Pubblicazioni e le Note settoriali curate dagli Uffici ICE all'estero, riferite ai Paesi e mercati di riferimento.
Nella sezione “Ricerche e statistiche” si possono consultare le statistiche elaborate dall’Istat nonché costruire una propria tavola statistica, sulla base delle specifiche esigenze sia in termini di prodotto di interesse, che di Paese di destinazione.
E’ inoltre attiva una sezione denominata “I nostri servizi per te”, nella quale è consultabile il catalogo dei servizi offerti dall’ICE-Agenzia possono essere richiesti servizi personalizzati di “alert” per ricevere via mail, gratuitamente, informazioni di commercio estero relativamente ad un settore o ad un’area geografica di interesse, nonché notifica delle opportunità commerciali e gare internazionali.
Sono disponibili infine servizi personalizzati, su preventivo, che mirano soprattutto a capire come il prodotto che si vuole esportare possa essere recepito dai consumatori locali e ad individuare i potenziali partner commerciali.
8.Quali sono i Paesi su cui consiglierebbe alle imprese agro-alimentari di puntare?
La tendenza espansiva delle esportazioni italiane ha coinvolto indistintamente tutte le aree geo-economiche. L’Unione Europea continua ad essere in modo preponderante il maggior mercato di sbocco per le aziende del settore, ma è utile sottolineare come il suo peso, nel corso degli anni, si sia progressivamente ridotto.
Nel 2012, infatti, gli introiti derivanti da vendite verso i Paesi dell’Unione Europea hanno rappresentato oltre il 70% del totale. Oltre due terzi delle esportazioni hanno interessato i paesi comunitari, per un valore di 21 miliardi di euro (+2,7% sul 2011), sebbene la domanda dei paesi extra-UE sia cresciuta di più (+11,1% sul 2011). Tra i paesi più importanti al di fuori dei confini comunitari, si segnala l’incremento registrato negli Stati Uniti (+9,3%) che si confermano il mercato più importante dopo quello UE nonostante il deprezzamento del dollaro USA nei confronti dell’Euro. Si consolida inoltre la ripresa delle esportazioni verso gli altri Paesi non UE soprattutto grazie all’incremento della domanda dal Giappone (+17,8% sul 2011) e dal Canada (+9,9%), ma anche dalla Svizzera (+5,6%) e dalla Russia (+6,0%).
Nell’UE, tengono i mercati tradizionali quali la Francia, il Regno Unito e la Germania che con 5,5 miliardi di Euro di export si conferma il nostro principale partner commerciale. Si evidenziano il +5,0% della Francia e il +5,8% del Regno Unito, oltre che una crescita seppure più moderata verso gli altri paesi comunitari, ad eccezione della Spagna (-6,9%) e della Grecia (-9,8%).
Nell’estremo oriente spicca la performance del mercato giapponese con 655 milioni di euro (+17,8%), buone seppure in rallentamento le spedizioni verso Cina (+22,0%) e Hong Kong (+14,2%); tra gli altri mercati asiatici ancora in forte crescita il mercato indiano (+15,2%) che in termini assoluti tuttavia riveste un interesse ancora limitato.
Il Medio Oriente si conferma una delle Aree più dinamiche grazie in particolare ai dati positivi provenienti da Arabia Saudita, Israele, Emirati Arabi e Kuwait. Degni di nota gli incrementi percentuali di Arabia Saudita (+26,0%), Giordania (+35,0%) e Yemen (+69,6%).
In America Centro meridionale il Brasile si conferma il mercato leader nelle importazioni dall’Italia con 141 milioni di euro (+5,8%), seguito dal Messico che rafforza la sua posizione con ben 80 milioni di euro (+36,8%).
I rapporti commerciali con i Paesi dell’Africa Settentrionale si sono intensificati negli ultimi anni e le esportazioni italiane, in particolare, hanno avuto una forte impennata. La Libia, diventata il primo mercato di sbocco nell’area, ha raggiunto i 164 milioni di euro, in crescita del 53,6% rispetto al 2011. Da evidenziare anche le performance annuali registrate dall’Egitto, mentre sono in calo Algeria, Tunisia e Marocco. Tra gli altri Paesi africani spiccano i dati di Sudafrica, Angola e Ghana con un aumento del 67,1% rispetto al 2011.
L’Oceania rimane un’area di interesse per le aziende italiane del settore le cui esportazioni hanno raggiunto i 404 milioni di euro (+10,7%).
9. Quali iniziative avete in programma per il 2013?
Per il 2013 potremo contare su uno stanziamento pubblico di poco superiore ai 2 milioni di € con i quali realizzeremo circa quaranta iniziative nei diversi mercati mondiali. Va precisato in proposito che questo è solo il contributo di fonte pubblica; un importo circa tre volte superiore è rappresentato, per le stesse iniziative, dal contributo delle aziende che partecipano alle iniziative. Lo consideriamo un esempio virtuoso di intervento pubblico che stimola l'investimento promozionale da parte privata. Ulteriori risorse che al momento non siamo in grado di quantificare potranno essere messe a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico nell'ambito del progetto straordinario “Made in Italy” e dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in particolare per la promozione delle filiere dei prodotti biologici e a denominazione di origine.
Considerate le modalità di affermazione del prodotto italiano sui mercato mondiali e la parallela evoluzione a livello globale dei sistemi distributivi, possiamo individuare due grandi linee progettuali: una rivolta alla ristorazione a favore di una sempre maggiore diffusione della cucina italiana e una rivolta alla Grande Distribuzione Organizzata come veicolo per raggiungere in maniera capillare il consumatore finale. Nel primo caso si tratta di realizzare un a costante attività di formazione verso gli operatori professionali del settore indirizzandoli alla specializzazione nella cucina italiana, alla conoscenza degli ingredienti impiegati, all'utilizzo dei prodotti originali italiani. Con la GDO l'attività sarà indirizzata a far riconoscere al consumatore il prodotto originale italiano, le sue caratteristiche organolettiche, le sue virtù salutistiche e promuovere all'interno di tali strutture una segmentazione qualitativa dell'offerta all'interno della quale il prodotto italiano sia collocato ai massimi livelli.
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