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TESTO DI

Claudio Santini - Direttore Fondazione OdG - ER

La vetrina infranta

La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979

Il fatto


Accadde il 13 marzo 1979 all’Associazione stampa dell'Emilia-Romagna - allora anche delle Marche - a Bologna in Via San Giorgio 6. Sono le 17 e due uomini e una donna, armati e mascherati, entrano negli uffici, imprigionano in uno stanzino un impiegato e la vedova di un giornalista, perquisiscono la sede, portano via documenti, appiccano il fuoco. I vicini chiamano i Vigili che soccorrono i sequestrati che invocano aiuto da una finestra.

Intanto, nell'appartamento al piano di sopra, la situazione di pericolo coinvolge tre donne: una signora di 81 anni, sua figlia, e la collaboratrice domestica, Graziella Fava, che rimane accanto alla più anziana, in poltrona, mentre la più giovane tenta di richiamare l'attenzione dei soccorritori uscendo dal balcone che dà sui tetti. I pompieri raggiungono madre e figlia nessuna traccia invece di Graziella Fava che verrà trovata, morta, solo tre ore dopo sul pianerottolo del terzo piano. La donna, avvertito il crescere dell'incendio, ritenuto impossibile usare la via dei tetti con l'anziana in poltrona, è uscita sul pianerottolo ed è stata investita in pieno dal fumo e dalle esalazioni letali.

 

L'inchiesta


Parte da un comunicato a firma "Gatti Selvaggi" che rivendica tre azioni incendiarie (alla sede del sindacato e alle abitazioni private di un cronista del Carlino e a un altro dell'Avanti!) "per le cose schifose scritte dai pennivendoli" (presumibilmente in occasione dei funerali di Barbara Azzaroni, maestra d'asilo bolognese uccisa con Matteo Caggegi, in un conflitto con la polizia il 28 febbraio).
Anni di vane indagini (in mezzo il caso Ustica e la strage del 2 Agosto'80) infine l'archiviazione del caso perché "ignoti gli autori del reato".

 

L'omaggio dei giornalisti


Sindacato e Ordine - in memoria della vittima "senza colpa e senza giustizia"- hanno presenziato alle iniziative pubbliche in suo ricordo (la dedica del nido d'infanzia al quartiere Reno e l'intitolazione del giardino del quartiere Porto), hanno sostenuto azioni benefiche in suo nome poi, in occasione del trentennale, hanno istituito - in collaborazione con il Dipartimento di discipline storiche dell’Università di Bologna - una borsa di studio per una ricerca sul terrorismo di estrema sinistra, detto anche movimentista, attivo a Bologna, nella seconda metà degli Anni 70, su un binario parallelo (anche se talora antagonista) alla traiettoria nazionale delle Brigate rosse.

 

Ricercatore e ricerca


Luca Pastore è stato incaricato del lavoro. Laureato con una tesi sul terrorismo, autore di libri storici, archivista all’Istituto storico Parri dell’Emilia-Romagna a Bologna, Pastore è partito dalla fonte giornalistica del più diffuso quotidiano locale (il Carlino che ha aperto il suo archivio). Ha poi operato un raffronto con altre testate (Unità, Repubblica, Manifesto, Lotta continua, l’Avvenire…) e con riviste (Rosso, Quaderni di contropotere, A/traverso, La Società, Bologna notizie…). Ha inoltre consultato pubblicazioni e biografie scritte da protagonisti del tempo. Infine ha raccolto documenti del terrorismo e sentenze, ordinanze e requisitorie allegate ai fascicoli nei processi contro le formazioni armate di estrema sinistra a Bologna.

Il lavoro è integrato da una premessa del professor Mirco Dondi sul quadro nazionale degli attacchi ai giornalisti. Chiudono il volume le interviste fatte dal giornalista Claudio Santini ad alcuni dei protagonisti di allora (da Maurice Bignami al dirigente comunista Mauro Zani, al comandante del gruppo antiterrorismo dei Carabinieri, Nevio Monaco). Si è aggiunta una dettagliata cronologia bolognese che parte dall'assassinio del brigadiere Lombardini e va agli scontri di piazza negli anni successivi, agli attentati intimidatori, alla “mobilitazione” dopo l’uccisione di Francesco Lorusso, all’agguato ad Antonio Mazzotti, capo del personale della Menarini. Fino allo scioglimento di “Prima linea” annunciata in Tribunale a Bologna.

 

I promotori del libro


Ordine e Sindacato hanno promosso e sostento la ricerca e la Fondazione dell'Ordine Giornalisti ha concretizzato il progetto che si inserisce nell’ambito della sua attività non solo di formazione professionale ma anche editoriale e culturale. L'Istituto Parri ha scelto questo volume per dare inizio alla sua collana di ricerche storiche. Pendragon è l'editore .