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TESTO E FOTO DI
Stefano Gruppuso
E’ nata la Carta deontologica del giornalismo scientifico. Come le altre Carte approvate dall’Ordine nazionale, prenderà quasi sicuramente il nome della città nella quale è stata discussa: si chiamerà Carta di Piacenza. E’ infatti proprio in questa città, nel mese di dicembre del 2018 durante l’annuale assemblea dell’UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici), la Carta è stata approvata. Presenti al vivace e approfondito dibattito Carlo Verna presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Giovanni Rossi presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna e Giovanni Caprara presidente dell’UGIS.
Prima di diventare un documento ufficiale e affiancare le altre Carte, dovrà seguire l’iter previsto presso il Consiglio Nazionale dell’Ordine.
Tra gli obiettivi dell’UGIS, da tempo vi era l’elaborazione di un testo che ponesse in evidenza metodo e valori etici ai quali i giornalisti che scrivono di scienza dovrebbero attenersi.
Ora l’intento è stato raggiunto e l’aver realizzato un documento utile sul piano pratico e deontologico è fonte di generale soddisfazione tra gli iscritti all’associazione.
Sappiamo quanto questo settore sia terreno di fake news, di atteggiamenti spesso antiscientifici e di affermazioni allarmistiche non basate sui fatti e, d’altra parte,
siamo consapevoli dell’importanza di una corretta informazione scientifica e del metodo per superare il bombardamento della disinformazione. E’ partendo da queste considerazioni che abbiamo trovato la spinta giusta per iniziare e infine giungere al documento deontologico poi approvato.
Carta deontologica del giornalismo scientifico
PREMESSA
L'informazione ha assunto – nel corso degli anni – sempre maggiore rilievo per l’opinione pubblica, anche grazie alla facilità di approccio consentita dal web, affrontando e approfondendo tematiche nuove prima ristrette nella considerazione del prodotto giornalistico.
Il giornalista, nello svolgimento del suo lavoro, fa riferimento costante al Testo Unico deontologico dell’Ordine dei Giornalisti in particolare per ciò che riguarda la tutela dei soggetti deboli, tema che fa parte dei principi generali ai quali ogni giornalista si attiene al fine di svolgere la propria professione con la necessaria correttezza. Nel definire questo documento partiamo dalla constatazione che il giornalismo che si occupa della scienza non è mai stato oggetto di una particolare attenzione deontologica se non per quel filone che si occupa della medicina, con particolare riguardo alla tutela della privacy dell’utente malato ed allo sviluppo ed approfondimento della bioetica.
Questo testo a carattere deontologico è rivolto a tutti i giornalisti nel momento in cui si trovano a occuparsi di materie scientifiche, nelle tecniche e modalità che usano per la loro attività professionale:
PRINCIPI
1) Formazione dedicata
La scienza (con i suoi aspetti teorici, sperimentali, tecnologici, medico-sanitari e sociali) fa parte della nostra cultura e la sua divulgazione necessita in primis di una formazione dedicata. In tal senso va ribadito l’obbligo alla formazione permanente sempre più qualificata, concetto, peraltro, contenuto nello stesso Statuto dell’Unione Giornalisti Italiani Scientifici (UGIS). Il giornalista ha, infatti, l’obiettivo di allargare la propria visione e conoscenza delle problematiche del settore, nella consapevolezza che non si tratta solo di un obbligo di legge, ma di una grande opportunità di crescita professionale, oltre che una necessità di aggiornamento.
2) Rapporto con le fonti
Nel corso della propria attività il giornalista ha l’obbligo di ricorrere, soprattutto quando si occupa di materie scientifiche, a fonti qualificate sia di carattere nazionale che internazionale, ad enti di ricerca italiani ed internazionali. Il rapporto con le fonti, cioè con gli scienziati, deve essere distaccato per poter esercitare la necessaria visione critica la quale deve essere sostenuta dal costante aggiornamento. Inoltre le fonti di consultazione devono essere molteplici per poter effettuare una valutazione più precisa.
3) Processi informativi
Il giornalista deve tener conto dei diversi aspetti della ricerca scientifica i cui risultati diventano
talvolta materia economica innescando processi informativi diversi di cui tener conto.
4) Dovere etico/correttezza e veridicità notizia
Occorre esercitare, in questo delicatissimo campo, un dovere etico che si basa sulla verifica e il confronto per certificare la correttezza e veridicità di una notizia al fine di non dare spazio al rilancio di notizie gonfiate e non veritiere. Il tutto nel rispetto delle normative in vigore in materia di privacy ed eventuali e successive modifiche, sia a livello nazionale che europeo.
5) Non creare aspettative infondate o allarmi ingiustificati
Tra gli scopi del lavoro del giornalista c’è quello di non creare aspettative infondate da una parte o ingiustificati allarmi dall’altra su novità scientifiche ed eventuali scoperte, segnalando anche l’esistenza di necessari ed ineludibili tempi di ulteriori ricerche e sperimentazioni che possono durare anche anni, prima che una scoperta scientifica possa arrivare ad una applicazione e diffusione nella società.
6) Rapportarsi a differenti posizioni e analisi scientifiche
Se non vi è certezza relativamente ad un argomento scientifico occorre dar conto delle
differenti posizioni in campo e delle diverse analisi.
7) Gestione complessiva di una notizia scientifica
Cautela, prudenza ed equilibrio sono tre parole chiave fondamentali nel percorso di gestione di una notizia scientifica attraverso i media e ciò rimanda all’alta qualificazione che deve caratterizzare sempre il lavoro del giornalista quando affronta notizie scientifiche. Senza dimenticare un confronto costante a livello non solo nazionale, ma europeo e internazionale, nell’ambito degli atteggiamenti sia degli organi informativi che della società civile anche nelle sue forme di aggregazione.
8) Nelle redazioni: giornalista scientifico mediatore preparato
E’ necessario sostenere quindi la presenza nei media del giornalista scientifico come mediatore preparato alla specifica informazione. Il suo apporto e ruolo deve essere prioritario nel trattare l’informazione scientifica e deve essere separato dagli interventi dei ricercatori. Questi ultimi possono esercitare soprattutto un ruolo di commentatori come avviene nei media internazionali, diverso, quindi, da quello del giornalista scientifico al quale compete garantire la pienezza dell’informazione.