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TESTO DI Serena Revetria |
FOTO DI Luca Retini, Piergiulio Giordani Pavanelli, Paolo del Mela |
La 23^ “Due giorni di Romagna”, tour della stampa agroalimentare ed ambientale regionale, quest’anno ha fatto tappa in provincia di Ravenna, per l’esattezza a Russi, Faenza, Marzeno e Castel Bolognese. I ventuno giornalisti della stampa specializzata, periodica e web partecipanti, guidati dal segretario nazionale Unaga Roberto Zalambani, dal presidente regionale Emilio Bonavita, vice presidente dell’Ordine emiliano-romagnolo, presenti anche i consiglieri nazionali Alberto Lazzarini e Elio Pezzi, il 2 settembre scorso hanno visitato, nell’ambito del programma “Uova, farine e vini di qualità del Ravennate”, la “Franco Ferruzzi Commercio Uova di qualità” di Russi, la “Molino Naldoni” di Faenza e “La Casetta Azienda Agricola” di Castel Bolognese.
Alla ditta Ferruzzi, il titolare Franco Ferruzzi e il direttore commerciale Davide Persiani hanno illustrato l’attività aziendale nata nel 1973 dall’impresa di famiglia, fondata nel dopoguerra dalla mamma Adele, quando i fratelli Franco e Verdiana Ferruzzi decisero di comune accordo di suddividere e specializzare le due principali attività aziendali – la commercializzazione di uova e quella di pollame – in altrettante imprese con la stessa passione per il lavoro e lo stesso rispetto per la clientela delle origini. La “Franco Ferruzzi Uova” ha ampliata e sviluppato fin dagli anni ’70 la propria rete di vendita di uova certificate di prima qualità, garantite dalla propria selezionata e controllata rete di produttori fornitori, e dalla qualità del proprio servizio di consegna, garantito dal proprio staff di agenti. L’azienda ha una propria capillare rete distributiva, presente soprattutto nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Ferrara, ed è in grado di fornire alla propria clientela – oltre 650 aziende dei settori della forneria, pasticceria, ristorazione e catering – uova di prima qualità e una varietà di prodotti di altri prodotti di qualità, quali farina, olio, pasta in atm, pomodoro e prodotti da cucina.
Ferruzzi e Persiani non si sono sottratti naturalmente alle domande dei giornalisti sul cosiddetto “caso Fipronil”, sottolineando che i casi italiani sono circoscritti, i controlli effettuati dalle autorità sanitarie rigorosi e costanti, anche nella loro azienda, dove “commercializzano da sempre uova prodotte in allevamenti romagnoli certificati – nei quali peraltro non si è mai fatto uso del principio attivo Fipronil – da galline ovaiole alimentate con mangimi di propria produzione”.
Alla Molino Naldoni, accolti dal direttore commerciale Alberto Naldoni, la delegazione dell’Arga ha visitato la nuova sede di Faenza e il mulino di Marzeno di Brisighella, sede della storica azienda molitoria nata a inizio ‘700. La capacità produttiva dell’azienda è pari a “150 tonnellate/24 ore”, grazie al nuovo stabilimento altamente computerizzato di Marzeno; l’azienda ha altresì aperto – nel 2016 – la nuova sede di Faenza, dove sono presenti un magazzino per il prodotto confezionato, pari a 2.500 mq, l’impianto completamente automatizzato per il confezionamento, i silos per lo stoccaggio del grano – ha una capacità complessiva di 3.000 tm – e gli uffici. Munito di laboratorio di analisi interno gestito da tecnici, dove effettua sistematicamente il controllo continuo delle caratteristiche qualitative dei grani e dei prodotti finiti, la Molino Naldoni dispone di tutte le certificazioni di rintracciabilità di filiera conformi alla norma UNI EN ISO 22005, nello specifico per “Le Farine del Passatore” prodotte dalla macinazione di grano tenero coltivato in Romagna; l’azienda è altresì certificata per la gestione del sistema qualità con la norma UNI EN ISO 9001 e per la sicurezza alimentare conformemente alla UNI EN ISO 22000, oltreché per i prodotti biologici e kosher. La società punta molto sulla disponibilità ed efficienza della propria struttura operativa e sulla qualità dei propri prodotti, che commercializza in gran parte in Italia, a molte delle principali e più note industrie alimentari, nonché in Europa, Australia e Venezuela.
Nel pomeriggio i giornalisti agroalimentari si sono spostati sui primi colli di Castel Bolognese, visitando, accompagnati dai titolari, Davide Aruta e la responsabile commerciale e comunicazione Michela Bartolini, l’azienda agricola La Casetta, specializzata nella produzione di vini e prodotti tipici. L’azienda si estende su 29 ettari tutti impiantati a vigna ed è in una zona particolarmente vocata, oltre che bella e tranquilla della Romagna. La produzione annua è pari a circa 400.000 litri di vino, venduto prevalentemente sfuso, direttamente a clienti privati su tutto il territorio nazionale, e parte in bottiglia (circa 80.000 bottiglie per anno). La Casetta punta da sempre sulla sostenibilità ambientale: proprio per questo ha installato un sistema fotovoltaico per la produzione di energia sufficiente per le necessità aziendali; da diversi anni inoltre, usa un drone aziendale per la mappatura del campo e la verifica in modo celere di eventuali zone di carenza. L’azienda utilizza anche strumenti di supporto decisionale, tramite il progetto Horta, uno spin off accademico dell’Università Cattolica di Milano: attraverso una centrale meteo in campo ed il continuo scambio di dati con i modelli previsionali sul server dedicato, l’azienda apprende esattamente quando avverrà un’infezione delle piante, un fatto che permette di ridurre al minimo gli interventi in campo, ottenendo prodotti genuini con residui pari a zero. La Casetta è impegnata anche in progetti di ricerca in collaborazione con Università di Bologna, CNR e HRS, spin off accademico dell’Università di Bologna. Insieme ai vini (frizzanti, fermi, bianchi, rossi e rosè), molti dei quali premiati a Decanter e al Merano Wine Festival 2016 e 2017, La Casetta produce olio extravergine di oliva, amari, grappe e saba.
Al termine del tour, Zalambani ha ringraziato le aziende, sottolineando che “l’economia italiana, in particolare agroalimentare, deve la sua forza e il suo successo non soltanto alle grandi imprese del settore, ma alla presenza e al radicamento nel territorio di tante aziende medio-piccole come quelle visitate che, nel rispetto dell’ambiente, garantiscono qualità e sanità dei prodotti, rigorosamente controllati e certificati, e la salute dei consumatori”. “SI tratta di un fattore decisivo – ha concluso Zalambani – che fa ben sperare per la ripresa dell’economia e il futuro del paese”. La seconda giornata romagnola dell’Arga è in programma martedì 19 settembre a Predappio.