GIORN@LISTINEWS
Via del Battirame, 6/3a ยท 40138 Bologna - Italy | |
Tel +39 051 531800 E-mail: redazione@giornalistinews.it Website: www.giornalistinews.it |
TESTO E FOTO DI
Matteo Franzoni
Domenica 12 marzo per la rassegna “Incontri con gli autori” è stato presente al Forum Monzani di Modena Bruno Vespa, il noto giornalista e conduttore Rai, intento a promuovere il suo ultimo libro “C’eravamo tanto amati. Amore, politica, riti e miti. Una storia del costume italiano”, edito da Mondadori.
Una splendida domenica di sole che tanto sa di primavera non ha distratto i cittadini modenesi, pronti ad accogliere con entusiasmo il famoso giornalista Bruno Vespa presso il Forum Monzani. La conversazione è subito spontanea e assai spigliata con Vespa che racconta ai presenti di aver condiviso la dedica del libro tra i suoi figli, uno di trentotto, l’altro di trentacinque anni, con suo padre, tre figure cardine della sua vita insieme alla moglie, ma poi non risparmia una frecciatina ai figli, ammettendo di vederli meno maturi di quanto non fossero i ragazzi della sua generazione, oltre che disorientati. Non li vede pronti né al matrimonio né alla convivenza e crede che questo sia un segno negativo perché in Italia le statistiche di natalità sono drammatiche e porteranno il paese ad invecchiare sempre più arrivando alla morte. Vespa racconta un aneddoto che lo ha colpito, all’inizio della crisi lui non ne era particolarmente spaventato, credeva fosse una crisi ciclica ma un caro amico, l’imprenditore Diego Della Valle, gli disse “Niente sarà più come prima” e aveva davvero ragione, le attività autonome, gli artigiani sono stati distrutti dalla crisi. L’italiano ha una marcia in più ma non sa sfruttarla, siamo un paese di furbacchioni, ma guai ad attaccarsi alla politica, sono stati tutti al potere ma nessuno ha mai realmente concluso qualcosa. Siamo un paese con un’evasione fiscale clamorosa, i dati sulle invalidità al Nord e al Sud sono terrificanti, il meridione continua ad essere un problema irrisolto. Nel suo percorso di confronto cita ad esempio la costruzione dell’Autostrada del Sole, realizzata in soli 8 anni, al cospetto della variante di valico tra Bologna e Firenze, per la quale sono serviti trentatre anni. Una volta forse si era più smaliziati sui permessi, ora la burocrazia è terribile e lo dimostra la difficoltà che sta vivendo la stessa famiglia Vespa nel restaurare la masseria in Puglia. Permessi richiesti al comune, alla provincia, alla sovrintendenza che deve poi confrontarsi con la regione, rispettando sia le regole nazionali che europee. Siamo soffocati dai permessi, dalle norme per non parlare di come funziona la giustizia italiana. Il discorso verte poi sulla rivoluzione sessuale e il rapporto madre-figlia, che dagli anni quaranta in poi ha sempre visto le mamme rincorrere le proprie figlie, che oggi si dimostrano davvero precoci, rischiando di perdersi qualcosa in questi fidanzamenti lampo dove si consumano da subito rapporti completi. Si passa poi a parlare di un mito per Vespa, il giornalista Indro Montanelli, da sempre figura di riferimento sia come giornalista che come uomo onesto, perché oggi l’onestà è davvero un valore raro. Vespa si è laureato nel 1968, a diciotto anni già scriveva di politica anche se non l’ha mai amata e volutamente non ha mai avuto la tessera di giornalista parlamentare. Racconta di aver visto e toccato il progresso con mano, di amare la carta stampata al punto che, da ragazzo, entrando in una tipografia, rimaneva estasiato. La sua vita è stata rivoluzionata dall’avvento del fax perché grazie ad esso non era più necessario dettare telefonicamente gli articoli. Che dire poi dell’arrivo della televisione, del telefono, tutte rivoluzioni fondamentali per l’uomo e arriva a citare il primo personal computer, realizzato in Italia da Olivetti. Proprio da questa citazione trae spunto per dire che nel nostro paese abbiamo industrie e aziende fantastiche ma che le stiamo svendendo tutte e ogni gruppo che lascia l’Italia per lui è una sofferenza. I tedeschi hanno perso due guerre ma hanno vinto la terza, quella finanziaria. Prima sono stati gli industriali ad arricchirsi sugli operai, poi sono stati gli operai a ottenere stipendi esorbitanti mettendo in ginocchio le aziende, a dimostrazione che in Italia non c’è mai stato equilibrio. Negli ultimi anni il debito è salito a dismisura ed è rimasto alle stelle e nella storia del diritto si dice che uno stato viene riconosciuto per il territorio e per la moneta, ma noi italiani non sappiamo gestire la moneta e questo fa sì che sempre più gente verrà in Italia ad acquistare una cravatta, a vedere il panorama, a mangiare bene per poi andarsene. La scuola per Vespa è uno dei punti focali, l’ha sempre amata ma nell’ultimo periodo anche in questo settore c’è stato un abbassamento della qualità, ora c’è una massa che tende a campare, la condizione dell’università è peggiorata costantemente perché non esiste un sistema che incoraggia, non vi è più una classe di insegnanti ma ce ne è soltanto qualcuno, a dimostrazione dell’appiattimento del paese. Venendo alla situazione politica attuale, Vespa ammette che la scissione del Partito Democratico era nell’aria ma che questo per la governabilità del paese sarà un disastro, perché da solo nessuno sarà in grado di governare e serviranno delle coalizioni. Un tempo comunisti e socialisti in Emilia Romagna se ne sono dette di tutti i colori ma nessuno ha mai messo in discussione il bene della regione, Berlusconi e Salvini stanno prendendo spunto da loro. Personalmente Vespa si dice legato all’Europa a sei stati del 1957 perché tra loro gli stati si capivano, avevano accettato una perdita di sovranità pur di stare insieme, ora per lui si è allargato a troppi stati e un’Europa a ventotto non ha alcun senso, e l’invenzione delle due velocità non si sa a cosa porterà. Vespa si sofferma poi sul passaggio del suo libro “C’eravamo tanto amati” in cui si parla di Modena e delle sue eccellenze, da Pavarotti, considerato un vero maestro di vita, un uomo mite e sereno, a Edmondo Berselli, un giornalista di alto livello, a Massimo Bottura, lo chef di fama internazionale. A proposito di Bottura il giornalista racconta di averlo incontrato al South Beach Wine & Food Festival e di essere rimasto colpito dalla gestione di questo evento culinario organizzato, tra gli altri da Barilla. Il prezzo d’entrata non era assolutamente economico e Vespa ha domandato come sarebbero stati gestiti gli introiti, scoprendo che il raccolto sarebbe stato destinato in beneficenza ad una scuola sul turismo e sulla cucina e questo ha scatenato nel giornalista abruzzese il quesito “Sarà mai capace l’Italia di fare una cosa simile?”. A questo punto Vespa interrompe i suoi pensieri nostalgici e un filo polemici su ciò che eravamo e ciò che non siamo più in grado di essere incitando gli italiani, dicendo loro che è necessario qualche sacrificio perché troppo pigri e disorganizzati, che bisogna svegliarsi perché siamo i più bravi. Il pubblico del Forum Monzani apprezza l’attenta e minuziosa osservazione di Bruno Vespa e lo applaude meritatamente chiudendo in bellezza un pomeriggio critico ma ricco di spunti su cosa e come migliorarsi per riprendersi da questa crisi che tante persone ha messo in ginocchio e con grande spontaneità invita tutti i presenti ad un piccolo buffet, organizzato dalla sua famiglia, per permettere al pubblico modenese di assaggiare i pregiati vini prodotti nella sua masseria pugliese.