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TESTO E FOTO DI

Roberta Lasi

Zeppa di Privacy

Sono appena rientrata da una breve vacanza a Londra in questo ultimo weekend. Ero alloggiata in un hotel  a 4 stelle in Centro, in compagnia di una amica australiana, ognuna nella sua camera. Alle 7.40 del mattino (ero ancora dormiente e affaticata per le grandi camminate del  giorno prima) qualcuno ha tentato di entrare nella camera a serratura elettronica. Lo stesso è avvenuto nella camera accanto occupata dalla mia amica. La differenza è stata nel fatto che da lei sono entrati e da me non sono riusciti, perché negli alberghi pongo da qualche tempo sotto la porta una piccola zeppa di gomma. Certo è che, se volessero davvero entrare, con una spinta più forte, potrebbero forzare la piccola zeppa, ma allora sarebbe tutt'altra sventurata storia. E per fortuna, perché o sarebbe un intruso, oltre che fastidioso, potenzialmente pericoloso, oppure un desiderato soccorritore nel caso di emergenza. Allo stesso modo in cui io stessa posso uscire velocemente senza problemi. 

Abbiamo poi verificato che l'intrusa era solo una cameriera, che voleva rifare in fretta le camere e preferiva verificare, maldestramente, di persona con la chiave universale. Come la mia amica, anch'io mi ero allarmata anni fa, durante una crociera, per un episodio simile, in seguito al quale ho iniziato ad usare un "sofisticato e costoso" sistema di primaria sicurezza che porto ora sempre con me nel beauty: una zeppa di gomma da infilare sotto la porta. 

Con l’avvento della tecnologia, purtroppo, da molte parti, il cartello “Don’t disturb” da attaccare fuori dalla porta, pare entrato abbastanza in disuso. Poi, come nel caso di questo episodio, ci sono momenti nei quali non si pensa proprio che ce ne debba essere bisogno...