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“Nell’attuale scenario la cooperazione mostra di resistere meglio di altri soggetti imprenditoriali alla difficile congiuntura negativa contribuendo a migliorare il benessere sociale, sostenere lo sviluppo e mantenere l’occupazione”: l’affermazione di Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, si fonda sugli ultimi dati congiunturali rilevati ed elaborati dalla Centrale cooperativa. Dopo un 2011 caratterizzato da una tenuta dell’occupazione (70.800 addetti, +0,5%) e del volume d’affari, stabile sui 12,5 miliardi di euro, l’ultima indagine, che ha interessato il 15% delle imprese (269 su 1.788), indica al 31 dicembre 2012 un leggero incremento per il fatturato (+2,4%). Il risultato migliore lo mettono a segno le cooperative agroalimentari e della pesca (+3,6%), seguite da quelle sociali (+1,4%). Praticamente stazionario il volume d’affari delle imprese di produzione e lavoro (+0,2%), mentre mostra una pesante diminuzione quello delle cooperative di abitazione (-18,9%). Segnali decisamente positivi sul fronte dell’export, in particolare per le imprese agroalimentari (a fine anno si prevede un incremento del 10,7%) e per quelle di produzione e lavoro (+2,3%), che complessivamente realizzano all’estero il 14% del proprio fatturato. Sentiment positivo anche per quanto riguarda l’occupazione, che dovrebbe risultare praticamente stabile con un aumento dello 0,4%.
“La scelta di tutelare l’occupazione – dichiara Gardini – è stata responsabilmente messa in atto dalle cooperative anche in presenza di una redditività calante”.
“Questo – aggiunge Gardini – è ancora oggi uno dei tratti che rendono l’esperienza cooperativa una risorsa primaria per il nostro territorio, laddove ha tutelato il lavoro, ha garantito e garantisce coesione sociale e sa trasformare la crescita del fatturato in nuova occupazione, mantenendosi ancorata a quell’economia reale che è la sola sulla quale si possono giocare nuove e stabili prospettive di ripresa”.
Per creare ulteriori opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, quest’anno Confcooperative Emilia Romagna ha anche promosso, assieme ad Irecoop, il progetto formativo Leonardo Coop-Keys (cooperation promotes key competences for employability of young people) con l’obiettivo di favorire la mobilità transnazionale. Più in dettaglio il progetto offre a 49 giovani la possibilità di svolgere un tirocinio di 15 settimane presso cooperative, aziende, camere di commercio, enti di formazione o associazioni di rappresentanza della cooperazione di altri paesi europei quali Francia, Germania, Belgio, Svezia, Spagna, Malta, Polonia e Regno Unito. Quattro i settori interessati, vale a dire l’agroalimentare, il socio-sanitario, l’ambiente e la logistica.
Tornando all’analisi della congiuntura, l’ultima indagine di Confcooperative Emilia Romagna evidenzia tendenze negative per gli investimenti in innovazione, che restano stazionari per le coop agricole, mentre diminuiscono per le cooperative degli altri comparti. Il fabbisogno finanziario registra un aumento per il 47,4% delle imprese, mentre si conferma stabile per il 49,2% e mostra una diminuzione per il restante 3,4%. Una situazione non molto differente da quella di un anno fa quando il fabbisogno registrava un incremento per il 43,1% delle imprese, si manteneva stazionario per il 55,6% delle cooperative e mostrava una diminuzione per il restante 1,4%. In ulteriore aumento i tempi di pagamento di beni e servizi, sia da parte degli enti pubblici che dei privati, arrivati, come media, rispettivamente a 137,9 e 82,6 giorni.
“Il sistema che fa capo a Confcooperative Emilia Romagna – dichiara il presidente Gardini – si avvia quindi a chiudere con una sostanziale tenuta un anno estremamente difficile, caratterizzato dall’accentuarsi di una crisi economica senza precedenti ulteriormente aggravata da pesanti calamità naturali come le eccezionali nevicate di febbraio e il violento terremoto che in maggio ha colpito la pianura emiliana, una delle aree italiane con la più alta densità di imprese, molte delle quali cooperative”.
“Ma anche di fronte a questo scenario negativo – prosegue Gardini – non ci siamo persi d’animo e con la compattezza che da sempre contraddistingue il nostro mondo abbiamo saputo far fronte a situazioni di assoluta emergenza, reagendo alla congiuntura economica negativa da un lato ed agli eventi naturali avversi dall’altro”.
“A questo proposito – conclude Gardini – al nostro interno abbiamo fatto leva con rinnovata determinazione su mutualità, solidarietà, coesione sociale, rapporto con il territorio e coinvolgimento delle giovani generazioni: tutti principi di responsabilità sociale che costituiscono il DNA della cooperazione e le consentono di svolgere una funzione anticiclica. Ma ora anche lo scenario esterno deve mutare ed assecondare questo straordinario impegno messo in campo dalle imprese cooperative. In quest’ottica, è quindi indispensabile che il Governo passi dalla politica dei tagli a quella degli investimenti per lo sviluppo, fornendo le risposte necessarie a un sistema imprenditoriale duramente provato dalla congiuntura economica e dal terremoto e garantendo al paese crescita ed equità sociale, assegnando un ruolo primario proprio a quella cooperazione che sa tutelare ed accrescere i livelli occupazionali e difendere i redditi dei soci-imprenditori”.