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TESTO E FOTO DI
Paolo Del Mela
Quasi certamente molti di voi si chiederanno: chi era costui? Eppure in Italia dovremmo essergli riconoscenti dato che, il risultato delle sue azioni, seppure non finalizzate a quello scopo, ha fortemente contribuito al compimento dell’unità nazionale. Se dopo la terza guerra di indipendenza (1866) riuscimmo ad ottenere dall’Austria la cessione del veneto, stante le pesanti sconfitte di Lissa e Custoza , e la successiva possibilità di conquistare Roma(1870) senza che i francesi intervenissero in difesa del Papa, ebbene tutto questo è stato possibile anche grazie all’opera di quest’uomo. Ma vediamo come.
Berlino 1848 e dintorni. Da poco sopitasi la burrasca rivoluzionaria che come una enorme perturbazione ha sconvolto gli equilibri politici di mezza Europa, la reazione del governo di Federico Guglielmo IV, inizialmente propenso alla concessione di una serie di riforme liberali, non si fa attendere. Nelle austere aule dei tribunali della Prussia iniziano a sfilare i sovversivi che, catturati dalla polizia, devono ora rendere conto delle loro azioni.
Nei processi che si tengono, tra i numerosi legali dei collegi di difesa si eleva a notorietà un giovane avvocato, distinto, molto competente, che con arringhe abili ed efficaci controbatte le accuse addebitate ai suoi assistiti, non si fa intimidire dai giudici e stranamente ottiene impensabili assoluzioni o miti condanne. I circoli rivoluzionari ricorrono spesso ai suoi servizi, anche perché le sue tariffe sono moderatamente eque e talvolta accetta la difesa degli imputati meno abbienti con il gratuito patrocinio. I suoi clienti crescono di numero ma, egli non è un benefattore illuminato da nuove idee politiche.
Sfruttando le notizie carpite in via riservata dai suoi assistiti trasmette, in barba alla deontologia, informazioni preziose alla polizia segreta prussiana che, in tal modo, riesce a ricostruire gli organigrammi delle associazioni rivoluzionarie e a regolarsi di conseguenza. Quando le informazioni non sono esaustive e richiedono supplementi di indagine non esita a recarsi presso le organizzazioni rivoluzionarie riparate all’estero e da quei paesi invia precisi e dettagliati rapporti. Tra i personaggi dell’epoca finiti sotto la sua lente c’era anche un certo Karl Marx.
Il suo nome è Whilelm Stieber, nato in Sassonia, figlio di un pastore del culto protestante e di una nobildonna inglese. In famiglia avrebbero desiderato per lui un futuro da ministro di culto ma Whilelm non è tagliato per quella vita. Dopo alcuni dissidi con il padre va a vivere a Berlino dove si laurea in legge. Per mantenersi agli studi inizia a collaborare con la polizia in veste di informatore e quello sarà il trampolino che gli permetterà di divenire il più abile esperto di spionaggio del suo tempo e il fondatore della Gheimfeldpolizei il servizio di intelligence militare della nuova Germania di Bismarck con risultati lusinghieri.
Nell’ambiente della rigida polizia prussiana non è facile vivere, ci sono gerarchie da rispettare e c’è poco spazio per iniziative personali. Uno abile come Stieber poi si tira addosso facilmente invidie e gelosie specie quando le sue indagini finiscono per andare a ficcare il naso in settori che lo vedono come il fumo negli occhi.
Non passa molto tempo e, dopo l’ennesimo dissidio con i suoi superiori, si dimette dalla polizia.
Lo ritroviamo in Russia dove, accompagnato da una solida fama di organizzatore, offre i suoi servigi allo Zar che è impegnato a debellare diverse organizzazioni rivoluzionarie che gli stanno minando il potere. In pochi anni di attività Stieber riorganizza la burocratica polizia zarista e visto che i dirigenti rivoluzionari sono ben mimetizzati in attesa di eventi più favorevoli crea le premesse per la formazione di un’organizzazione segretissima, la famigerata OCHRANA, che ha come scopo quello di combattere i nemici dello stato con metodi che prevedevano arresti arbitrari, torture, rapimenti e, quando opportuno, l’eliminazione fisica degli avversari.
Quando nel 1863 Stieber viene presentato a Bismarck è già un agente informativo di alto livello. Ha contatti con i maggiori responsabili dello spionaggio internazionale e, secondo le cronache, fece addirittura pervenire ai servizi dello stato pontificio notizie relative ad un possibile attentato al Papa Pio IX.
La sua abilità si rende ora necessaria in previsione di una guerra all’Austria, già programmata con un’alleanza con l’Italia.
E l’uomo dette il meglio di se assumendo in prima persona l’organizzazione spionistica nelle terre asburgiche dove travestito da venditore ambulante pare commerciasse presso le truppe austriache statuette religiose ed immagini pornografiche. Tra sacro e profano, vagò in lungo e in largo nei territori dove si era previsto avvenisse lo scontro armato annotando ogni minimo particolare utile ai fini militari. Creò pure un gruppo di agenti reclutati sul posto e riuscì a riportare al capo di stato maggiore Von Moltke una mole notevole di notizie preziose. I servizi austroungarici al contrario non svilupparono alcuna attività informativa. Il generale Benedek comandante delle truppe asburgiche si affidò al caso e nella battaglia di SADOWA subì una cocente disfatta.
Terminata la guerra contro l’Austria non ci fu tanto tempo per riposare, l’ulteriore programma bellico questa volta era diretto contro la Francia con l’obiettivo di assicurare alla nuova Germania le regioni dell’Alsazia e della Lorena.
Stieber mise in piedi un’organizzazione formidabile formata da oltre 10.000 agenti (qualcuno parla addirittura di quarantamila) che travestiti da turisti, pescatori, ambulanti ecc. presero nota di tutto, dalle fortificazioni ai ponti, dagli orari ferroviari all’approvvigionamento di cavalli, le possibilità di reperire foraggi, l’approntamento di carriaggi e l’accentramento di viveri. Non fu tralasciato neppure lo stato di percorribilità delle strade minori e si svolsero indagini anche sull’ armamento, l’addestramento ed il morale delle truppe francesi. L’attività dispiegata non aveva mai avuto eguali in Europa e per le armate di Napoleone III fu una spiacevole sorpresa.
Quando le truppe germaniche mossero all’attacco dimostrarono di sapersi muovere in terra francese come a casa propria e a Sedan condussero una vittoriosa battaglia da manuale. L’attività informativa di Stieber non si sviluppò soltanto prima del conflitto, si racconta infatti che durante gli scontri, accesisi in diverse zone della Francia, apparvero nelle retrovie di combattimento alcuni carri ambulanza di fantomatiche associazioni umanitarie che si prendevano cura dei feriti. Si scoprì poi, con molto ritardo, che tali ambulanze raccoglievano solo i militari francesi ed erano centri occulti di interrogatorio. Sulla stampa francese dell’epoca si potevano leggere frasi sarcastiche come questa: “i tedeschi quando vengono ad occupare una fattoria sanno già quante uova possono sequestrare giornalmente”. Dopo la resa francese, Stieber fece assoldare circa un centinaio di ferrovieri dell’Alsazia-Lorena, simpatizzanti germanici, che in caso di ripresa dei combattimenti avrebbero dovuto sabotare l’intero sistema ferroviario.
Ma la ripresa dei combattimenti si fece attendere per oltre quarant’anni. Quando il vento minaccioso della grande guerra tornò a soffiare su quella martoriata regione la diabolica spia e il suo voluminoso operato erano solo un lontano ricordo.