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TESTO DI

Luana Spernanzoni

FOTO DI

Emilio Bonavita

Pesce fresco italiano nelle mense sanitarie” i risultati della sperimentazione del progetto che porta ai degenti piatti della cucina tradizione marinara

 

 

Un Paese sempre più vecchio, la speranza di vita alla nascita è di 80 anni per un uomo e quasi 85 anni per una donna e le malattie legate alla senilità in crescita. Aumenta la popolazione che risiede nelle case di riposo per periodi estesi e i malati ricoverati nei reparti ospedalieri geriatrici, caratterizzati da degenze prolungate. E’ quanto emerge dal Rapporto del 2015 sulla situazione italiana.

 

Si allungano le prospettive di vita ma anche i giorni di permanenza nelle case di riposo e aumentano i giorni di ricovero ospedaliero. Dunque la ristorazione delle strutture sanitarie e assistenziali è un servizio di fondamentale importanza nelle strutture residenziali per anziani, siano essi malati o meno. L’alimentazione è un fattore che incide profondamente sul benessere e nella qualità della vita dell’anziano, ancor più durante la permanenza nelle case di riposo e nelle strutture ospedaliere.

 

Mentre le sforbiciate si abbattono anche sulle mense sanitarie un progetto inserisce nel menù dei degenti pesce fresco locale cucinato con ricette tradizionali.

Pesce fresco, appetitoso e sostenibile

Il progetto di “Albert Innovazione e sostenibilità dei sistemi agroalimentari”, realizzato nei mesi scorsi, sostenuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha portato nei vassoi serviti in case di riposo e in alcuni reparti ospedalieri del Nord e del Sud d’Italia da Trieste a Vibo Valenzia. Quasi 3000 pasti e 500 kg di pesce fresco di acquacoltura sostenibile, serviti secondo ricette della tradizione marinara regionale: tagliatelle allo scoglio, risotto alla marinara, brodetto di pesce, seppie con i piselli, alici marinate, baccalà con patate…

 

L’iniziativa ha coinvolto tutte le fasi della filiera: l’acquacoltura, la lavorazione del pesce che con mezzi refrigerati arriva in cucina diliscato e pronto per essere ricettato e il personale sanitario.

I primi risultati incoraggianti

Il 70% dei pazienti ha mangiato pesce volentieri: gran parte del campione (87%) è convinta che il pesce fresco sia migliore di quello surgelato e che sia importante consumarlo in mensa (85%). La ricetta innovativa di pesce è stata scelta quasi da tutti (97%). Dal momento che nelle mense ospedaliere e assistenziali è sempre possibile un’alternativa per ogni portata (per il pesce, la seconda opzione è in genere una pietanza a base di carne).

 

Lo sforzo fatto nell’ambito del progetto “Pesce fresco nelle mense sanitarie” di introdurre pesce fresco, a filiera corta, contribuisce ad aumentarne l’assunzione da parte della popolazione anziana che beneficia delle proprietà nutrizionali del pesce che contrastano le malattie senili. Non solo, l’iniziativa è attenta alla sostenibilità dell’intera filiera ittica e sostiene l’economia della piccola pesca locale.

Esperienza replicabile

La sperimentazione condotta nelle mense sanitarie e assistenziali nell’ambito del progetto “Pesce fresco nelle mense sanitarie” dimostra per la prima volta che l’operazione è fattibile su larga scala, incide in modo non significativo sulla spesa sanitaria, è replicabile sull’intero territorio nazionale. I risultati sono pertanto utili alla progettazione di un servizio pubblico di ristorazione della popolazione anziana che tenga conto della sostenibilità ambientale del pasto, ma anche della sua capacità di migliorare il benessere psicofisico dei consumatori.