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TESTO E FOTO DI

Matteo Franzoni

Al via la rassegna Happy Albinelli

Al mercato Albinelli di Modena ha preso il via sabato 22 novembre la rassegna Happy Albinelli, un’iniziativa che permette ai frequentatori del mercato di ascoltare buona musica, dal jazz al gospel, prendendo un aperitivo a base di salame, pane fresco e ottimo vino mentre fanno shopping nei tanti banchi storici del mercato.

 

Il mercato Albinelli

 

Il mercato Albinelli rappresenta la storia del mercato modenese, nasce infatti nel lontano ottobre del 1931. I mercanti che esponevano in Piazza Grande divennero commercianti fissi e si diversificarono così dagli ambulanti che continuarono ad esporre la mercanzia in varie città. Il progetto prese vita per decongestionare il traffico nel centro di Modena, per permettere ai mercanti di avere una base fissa protetta dal maltempo, per regolarizzare la loro attività e disincentivare il mercato ambulante che era ritenuto pericoloso e difficilmente controllabile. Il mercato rappresenta tutt’oggi un importante centro commerciale con migliaia di visite settimanali dei clienti abituali e dei turisti, attratti dall’architettura della costruzione, con eleganti volte in ferro e la bella statua della fanciulla con canestro di fiori posta al centro del mercato.

 

La rassegna Happy Albinelli

 

Vittorio Ferri, rappresentante del mercato Albinelli, ci racconta che la rassegna è stata volutamente creata per avvicinare l’utente al mercato e permettergli un’esperienza ulteriore, quindi non una semplice spesa, ma l’esperienza più completa e piacevole abbinata all’ascolto di buona musica. La musica infatti è il connubio perfetto con la struttura e architettura dell’Albinelli e crea un altrettanto perfetto connubio con il cibo, che può essere definito cibo per l’anima così come la musica. E il cibo è il fiore all’occhiello della struttura mercatale e della cultura culinaria modenese, che offre le sue peculiarità come il parmigiano, l’aceto balsamico e la pasta fresca, eccellenze modenesi commercializzate dai banchi dell’Albinelli fin dal 1950. L’Happy Albinelli non è rivolto solo agli utenti storici del mercato, ma è voluta soprattutto per i giovani, per avvicinarli alla struttura mercatale e la musica può essere il giusto veicolo per interessarli e avvicinarli.

 

Il trio Davide Fregni

 

Ad inaugurare la rassegna Happy Albinelli è il trio Davide Fregni, con Francesca Cavalieri alla voce, Davide Fregni al piano ed Enrico Lazzarini al contrabbasso, che presenta the Great American Songbook. Conversiamo amabilmente con gli artisti prima della loro esibizione, un buon bicchiere di prosecco allieta la conversazione e conoscenza. Francesca ci racconta che hanno scelto il jazz anni 50 perché ritengono siano le melodie più belle mai scritte per voce, the Great American Songbook sono una raccolta divenuta un patrimonio per chi ama il jazz grazie anche agli splendidi testi. Davide, oltre a suonare magnificamente, dedica la sua vita a insegnare musica e ci racconta che insegnare il jazz è fantasia e creatività, non interpretazione. Il jazz per lui è invenzione, si parte spesso da un canovaccio che poi viene spesso abbandonato lasciando libero spazio alla creatività che contraddistingue ogni artista jazz. Enrico invece ci dice di aver collaborato per anni con un artista del calibro di Vinicio Capossela, che gli ha lasciato impresso la sua sicurezza, il carattere forte e la tanta voglia di comunicare, caratteristiche che sono difficili da captare negli artisti jazz, notoriamente più schivi ed introversi. Il jazz e le voci femminili, Francesca cita Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan ad esempio per la sua passione per la musica jazz e aggiunge che è per un uomo è più spontaneo suonare uno strumento mentre la una donna è più semplice utilizzare il proprio strumento interno, che è la voce. In chiusura abbiamo cercato il legame che unisce la buona musica e il cibo e Davide ci ha risposto che entrambe le arti hanno molte similitudini perché in entrambe si deve sapere entrare a tempo, si devono utilizzare gli strumenti/ingredienti nel modo giusto e la qualità dei materiali utilizzati è fondamentale per la buona riuscita.

Poi è stato tempo di jazz e anche noi, insieme ai tanti presenti, ci siamo fatti cullare dalla musica magistralmente suonata che unita alla suadente voce di Francesca ci ha catapultati negli anni 50 del Great American Songbook.