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TESTO DI Marco Sassoli |
FOTO DI Archivio MediaticaWeb |
Se cerchiamo su Internet, alla parola business viene data questa spiegazione: “Termine inglese che identifica in genere un’attività economica”.
Attorno a questo significato ruotano in tutto il mondo poteri così grandi e forti, da sfuggire al nostro comune senso del pensare. Così, spesso, dimentichiamo che la dinamica del business non si limita a governare solo grandi uomini d’affari, politici, industriali in giro per il mondo, ma che rappresenta il motivo numero uno per cui ci alziamo la mattina ed il principio che regola le nostre giornate di lavoro, mese dopo mese, fino alla fine dell’età lavorativa e a volte anche oltre.
É il nostro business personale che ci fornisce le idee, che ci spinge a svegliarci una mattina e decidere l’inizio di un’attività, a comporre un numero di telefono per proporre qualcosa, comprare per trasformare e rivendere, domandare per convincere, organizzare per fare. In pratica, ed estrema sintesi, il business ha una psicologia che governa i nostri comportamenti. Siamo certi quindi di conoscerla questa psicologia ed i concetti che comporta? Concetti quali produrre, guadagnare, vendere, spendere, scambiare, ecc.? E come possono le idee influenzarlo e svilupparlo?
Il potere involontario
E’ possibile ritenere il business un potere. Così come è il potere del nostro pensiero che ci fa muovere una mano, alzare una gamba per camminare, aprire la bocca per parlare, salire sull’automobile per spostarci da un luogo all’altro, così è il potere del business che governa il nostro modo di lavorare. Questo potere determina le nostre motivazioni e le scelte lavorative che ne derivano. Questo potere non riusciamo a percepirlo allo stesso modo come quello del pensiero che automaticamente ci fa muovere il braccio, o ci fa alzare la gamba o muovere la bocca, è un potere più nascosto, ma comunque presente. Il potere del business, che governa le nostre attività lavorative, si veste di autorità, di comando, di controllo, di prestigio, di fama, di ascendenza sui nostri collaboratori o clienti e di moltissime altre sfaccettature che non riusciamo nemmeno a notare. Ma tutte queste cose si attivano attraverso le idee, che a loro volta danno origine ad azioni, che a loro volta generano cose. Quindi il potere del business è il potere delle idee.
Certezze e incertezze
Gli avvenimenti dell’economia mondiale di questi ultimi tre anni hanno completamente rivoluzionato le nostre certezze. Hanno disturbato quell’equilibrio tra passato e futuro che aveva governato il lavoro dei nostri nonni e dei nostri genitori. Disastri ecologici minacciano la nostra esistenza. Oggi abbiamo il buco nell’ozono, una crisi dell’economia mondiale che tutti percepiscono come una mutazione degli intenti (che non possono più essere quelli di prima, basati solo sull’economia esasperata dei consumi), nuovi paesi emergenti, dove il lavoro produttivo costa meno. Mentre ai nostri nonni e genitori il futuro appariva “certo”, a noi appare “incerto”, perché non possiamo più contare sui pronostici, fatti da uomini che abbiamo visto essere comunque fallaci, imperfetti nelle loro previsioni macro economiche. Uomini che non hanno saputo imporre l’autorità, controllare, comandare, governare. Che hanno perso il potere su quanto avevano loro stessi creato. In origine il business era più semplice, perché derivava da semplici regole come il baratto, il commercio. Un bene si scambiava o si vendeva perché c’era un mercato, una richiesta, e da questo se ne ricavava un profitto, con un profitto si acquistavano delle proprietà. Oggi l’economia del mondo intero è diventato un meccanismo molto più complicato. Ci sono multinazionali che con il potere del loro business possono influenzare gli stessi governi nazionali, quindi le loro decisioni. Il business è diventato come una fede, una sorta di fondamentalismo religioso che governa al posto degli uomini. Il potere del business non ha bisogno di polizia, di esercito, di armi, per affermarsi e per comandare. Il suo potere è piuttosto psicologico e ormai governa i nostri governi, che governano la nostra vita.
Dominare le idee
Ma se il business è un potere di idee, e un potere psicologico, e un potere ormai radicato nella nostra esistenza attuale, allora a questo non si può sfuggire. Quindi meglio imparare a conoscerlo e gestirlo, questo potere delle idee.
Oggi il business è l’economia stessa. La religione del mondo moderno. Ci può piacere o non piacere. Possiamo essere d’accordo o contrari, ci può rendere ansiosi o indifferenti. Il business è diventato universale. L’unica lingua capita da tutte le orecchie del mondo, senza nessuna distinzione culturale o sociale o religiosa. Business come universalità. Che siamo progettisti, pubblicitari, inventori, studiosi, costruttori, manifatturieri, commercianti, operai o prestatori di servizi, tutti siamo in questo meccanismo ed ognuno di noi ha il suo business ed è nel business.
Oggi non abbiamo tempo per porci domande come: “Cos’è l’universo? La natura? Il pensiero? L’amore? La vita?...”. Oggi siamo costretti a domandarci: “Come posso non perdere il mio business? Come posso mantenere e migliorare il mio business? Dove posso trovare nuova energia e forza e idee e determinazione, per mantenere vivo il mio business?”
In poche parole siamo obbligati a capire la forza di questo pensiero. Dobbiamo capire l’energia che lo alimenta, la logica e le dinamiche che governano il potere del business in quanto potere di crescita e di efficienza, senza la quale il business non si alimenta.
Riflessioni volontarie e confronto
Allora proviamo a riflettere su alcuni punti, per iniziare a governare meglio il potere del nostro business, quello in cui ognuno di noi è impegnato in prima persona.
Primo:
pensieri come “il denaro è il potere”, oppure “la conoscenza è potere”, o ancora “il comando è potere”, oggi non valgono più. Oggi possiamo vedere che “l’informazione è potere”. Comunicare una o più idee semplici e comprensibili a tutti aumenta il potere sul business, perché idee semplici e facili da capire non danno problemi a nessuno. Sono comode ed entrano subito nella mente, senza creare complicazioni.
Secondo:
bisogna capire e chiarire quanta e quale energia si deve spendere per aumentare il proprio business, quindi il proprio potere. Si vuole un’azienda più grande? Un numero di clienti maggiore? Più riconoscimento nel proprio territorio? Nella provincia? Nella regione? Si vuole guidare i propri uomini e collaboratori o comandarli? Si vuole essere amati e rispettati o temuti? Perché ognuna di queste variabili cambia il concetto di potere e ci porta all’ultimo punto, il più profondo.
Terzo:
imparare ad espandere il concetto di potere e del potere delle idee, cercando di coinvolgere altre ragioni, come i sentimenti, la sensibilità umana. L’aumento del proprio potere (cioè del proprio business), può derivare dall’allargamento della nostra personale comprensione sulla classica conoscenza del potere fine a se stesso. Non più il potere che semplicemente ordina e impone, ma un potere che fa parlare e che parla, che comunica positività all’interno e all’esterno, che forma, che insegna ed istruisce.
Un esempio? Non posso pensare di accrescere la mia conoscenza sui vini se ne bevo sempre e solo di un unico tipo. Devo assaggiare e bere molte qualità di vini, per imparare a degustare bene e godere dei vari odori e sapori, per aumentare il mio senso del gusto e rendere partecipi gli altri in questa condivisione. Quindi per aumentare il mio business, il mio potere sulle idee, devo allargare la mia conoscenza, imparare meglio la tecnologia che utilizzo, quello che mi offre il mercato in termini di possibilità, il carattere delle persone con cui condivido il lavoro, le aspettative dei clienti, i loro bisogni, ecc. Devo conversare, confrontarmi. É dalla conversazione, dallo scambio di parole che nella nostra mente nascono altre idee, non dal silenzio. La chiarezza nella nostra mente nasce dall’attenzione alla parola. Non è forse attraverso il racconto che lo psicologo aiuta il suo paziente ad essere più consapevole? Il mutismo mentale, nel nostro esempio inteso come chiusura al nuovo e abitudinarietà nel lavoro, non aiuta a progredire. Senza comunicazione diventiamo chiusi, pigri e inespressivi nel carattere. Diventiamo aggressivi, violenti e incontrollati nei gesti e nelle rare parole pronunciate. Le nostre espressioni emotive diventano grezze e grossolane. Non è forse vero che chi ricorre alla violenza verbale o fisica è perché in lui le parole hanno fallito o non ha saputo trovarle?
La comunicazione e le idee alimentano
L’incapacità di parlare, di confrontarsi, di mettersi in discussione, ci porta al mutismo mentale, che ci fa lentamente regredire, nei rapporti, nel lavoro, nella quotidianità. Al contrario, sono le idee che ci alimentano, che ci inducono ad agire, a trovare e provare nuove soluzioni, a cercare dialogo e confronto costruttivo con gli altri attraverso l’uso della parola, del confronto, dell’informazione.
Il potere delle idee e delle abilità che dobbiamo imparare a comandare, guidare e sviluppare, o resteranno sempre dentro di noi e saranno loro a possedere noi e non viceversa.
Lontani dall’inerzia mentale
Per accrescere il nostro personale potere sul business, sul nostro lavoro, dobbiamo tenere il più lontano possibile l’inerzia mentale, la passività, l’abitudine, il vittimismo. Al contrario dobbiamo sviluppare continuamente nuove idee, imparare a metterle in pratica, non limitarci ad elaborarne una, la più semplice e pratica, o comoda, ma covarle, farle crescere come un feto nel grembo della madre, imparare a farle parlare. Con questo meccanismo si metterà in moto un processo virtuoso che porterà altre nuove idee, che porteranno a sviluppi imprevedibili per il nostro lavoro. Le idee sono la miniera d’oro del nostro lavoro, perché in un certo senso noi “vediamo” delle idee nella nostra mente e “vediamo” le cose attraverso le idee che poi trasformiamo in azioni, quindi in cose pratiche a cui viene data una forma fisica. Un’idea che riesce a persuaderci a fondo, a convincerci della sua validità, ha un potere grandissimo. Le più grandi invenzioni non sono forse cominciate da un’idea? E non è forse da quella convinzione che è nata e si è concretizzata realmente quella invenzione? Che ha trovato la sua materializzazione nel mondo reale? Questo è il potere creativo delle idee. Idee come modo di vedere le cose, come prospettive. Idee che aprono gli occhi, che fanno vedere da un altro punto di vista. Idee che ci fanno dominare gli eventi, e non essere dominati da questi. Idee che devono servire a cambiare abiti mentali ai quali a volte siamo troppo affezionati e che limitano pesantemente il nostro modo di agire, di lavorare, di fare business.
Dobbiamo iniziare a pensare che la vitalità del nostro lavoro non dipende tanto dalle speranze, dall’andamento economico, dalle tendenze, dall’influenza degli altri, quanto dalla capacità di covare ed elaborare idee, parole, confronto, potere positivo che sviluppa.