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TESTO E FOTO DI
Matteo Franzoni
Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, fu arrestato ed avviato al Campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio del 1945. L'accusa era quella di aver aiutato a salvarsi migliaia di ebrei che -secondo il potere nazifascista- avrebbe invece dovuto contribuire a catturare e sterminare.
La rassegna ArmoniosaMente, alla sua terza edizione, ha portato lunedì 21 luglio nella bellissima Sala delle Mura di Castelnuovo Rangone il duo Fabio Rinaudo – Claudio De Angeli lungo un itinerario, Racconti di cornamuse, che ha condotto gli spettatori attraverso la musica irlandese, scozzese e francese.
Siamo ormai giunti alla terza edizione di ArmoniosaMente, percorso musicale che ha origine da due rassegne radicate nel territorio da diversi anni, Armonie fra Musica e Architettura, esistente dal 1997 che ospita eventi musicali nelle chiese dell’appennino e delle città, e Lungo le antiche sponde, nata nel 1998 con esibizioni in ville e giardini lungo il fiume Panaro.
ArmoniosaMente si sviluppa sull’intero territorio provinciale modenese con eventi culturali stimolanti in grado di valorizzare il comprensorio e i tesori che ne fanno parte, promuovendo e tutelando il patrimonio artistico e storico. Scopo altresì importante della rassegna è dare valore alle qualità dei giovani musicisti per permettere agli spettatori di fruire di un repertorio di qualità.
Ad entusiasmare il pubblico presente nella Sala delle Mura di Castelnuovo Rangone in un’uggiosa e fresca serata di luglio ci sono due artisti affermati del calibro di Fabio Rinaudo alle cornamuse e Claudio De Angeli alla chitarra.
Fabio, da oltre trent’anni, è interprete e studioso della cornamusa. La sua carriera lo ha portato a tenere più di millecinquecento concerti in tutta Europa, oltre ad una produzione discografica notevole e svariate incisioni radiofoniche in radio italiane ed estere.
Tra le altre cose Rinaudo vanta anche collaborazioni con le maggiori reti televisive d’Italia (Rai e Mediaset) con cantautori del calibro di Cocciante, Branduardi e Conte.
Con il gruppo da lui fondato, i “Birkin Tree” ha inciso tre album di successo, sia a livello nazionale che internazionale. Innumerevoli le collaborazioni musicali al suo attivo, tra cui quella iniziata con Claudio De Angeli, chitarrista ligure dedito da anni allo studio della musica acustica e tradizionale. Claudio, allievo di Armando Corsi e di Beppe Gambetta, vanta anch’esso collaborazioni internazionali oltre che concerti e festival in tutta Europa, e ha all’attivo l’incisione di due album. È conosciuto inoltre come autore di canzoni e brani strumentali ed è unito a Fabio, oltre che dal gruppo Birkin Tree, anche dai Liguriani, complesso da loro fondato di musica tradizionale italiana, principalmente ligure e piemontese.
Il titolo dell’esibizione è esplicativo di come il duo ha interpretato la serata. Le musiche sono infatti state intervallate da lunghe chiacchierate, soprattutto di Fabio, che ha intrattenuto i presenti raccontando tante storie riguardanti le cornamuse e aneddoti personali piacevoli, mentre Claudio, più schivo, si è comunque prestato alla chiacchiera di Fabio facendogli da spalla. Rinaudo ha fatto un breve excursus della storia dello strumento, citato già nell’arte babilonese del 3000 A.C. Nel tempo si è diffuso non soltanto nella sfera anglosassone, lo si è rintracciato in Grecia, in Medio Oriente e in India, riscontrando sempre un grande fascino.
Fabio ha anche spiegato da quali parti è composta una cornamusa, definendo il bordone il vero cuore dello strumento e svelando che la sacca è davvero realizzata in pelle. Nel 700 sono stati aggiunti dei meccanismi per far apprezzare maggiormente il suono prodotto al punto da sostituire l’organo in Irlanda data la sua completezza musicale.
Passaggio fondamentale per Fabio è stato spiegare che in Italia sbagliamo definendo la musica irlandese e scozzese come celtica. Non esiste la musica celtica e lo ha spiegato con un semplice ma efficace esempio, è come se noi italiani parlassimo di musica degli antichi romani, inappropriato.
I suonatori di cornamusa creano con la melodia e le note tensioni più o meno ampie che ipnotizzano gli ascoltatori, che danno forza energetica al suono continuo, circolare e persistente che distacca lo spettatore. Con il polso vengono schiacciate delle chiavi che creano le note, è un movimento complicato che crea ritmo e armonia.
Fabio ci parla poi della cornamusa fiamminga, spesso presente nell’arte fiamminga a partire dal Medioevo e della cornamusa francese, molto diffusa e dal suono dolce e decisamente più amabile rispetto a quella irlandese.
Con gli strumenti a fiato si crea il suono lavorando con la bocca, essi infatti producono il suono per la vibrazione dell’aria, esce la musica e con le dita la si smussa per toglierle gli spigoli.
Per Rinaudo la musica è sempre collegata a momenti particolari della nostra vita, ad un film, ad un libro perché essa ci attraversa e ci colpisce.
Il musicista mostra con affetto e orgoglio una cornamusa e decide di condividere con il pubblico la storia di questo strumento a lui tanto caro. La desiderava infatti da parecchio tempo e decise di farsi inviare un catalogo dalla Scozia per poterla scegliere. La documentazione era ovviamente in inglese, lui la sfogliò e scelse il modello a lui congeniale e con felicità la mostrò al padre chiedendogli un aiuto economico per acquistarla. Il padre, in modo scaltro e intelligente, invece di fermarsi al prodotto illustrato dal figlio, sfogliò il catalogo e si diresse veloce al listino prezzi, dicendo a Fabio “Ecco, questa fa al caso tuo”, scegliendo un modello più economico. Fabio con un tenero sorriso ricorda con piacere come il padre riuscì a farlo capitolare nella scelta di quel modello differente, cornamusa che lo accompagna ancora fedele in ogni sua performance.
A fine esibizione ci siamo intrattenuti qualche minuto con Claudio e Fabio per chiacchierare assieme. A differenza del concerto, dove Rinaudo è stato in assoluto il mattatore con i suoi racconti e le sue battute, durante l’intervista è stato Claudio a raccontarsi maggiormente. A suo parere è la chitarra a donare armonia e ritmo al suono della cornamusa, perché lo avvolge, lo sostiene e lo contrappunta con un lavoro di dialogo continuo. La fusione dei due strumenti è l’obiettivo armonico e ritmico che si pongono entrambi i musicisti. Claudio si dimostra un grande appassionato di tutte le forme di musica acustica, da quella americana all’inglese, da quella italiana alla irlandese, che lui reputa una delle più ricche a livello melodico. Parlando di pubblico De Angeli durante i suoi concerti ha notato che quello italiano è più anziano rispetto a quello europeo e se ne rammarica dando responsabilità alla cultura, che in Italia è stata spesso accantonata. Il male dell’Italia è pensare che con la cultura non si mangi, quindi la cultura non serve. I paesi scandinavi, la Francia, l’Olanda e la Germania sono paesi ricchi di tradizioni che sono state mantenute e valorizzate grazie alla cultura. Entrambi gli artisti in chiusura consigliano ai giovani di amare la musica, di suonarla, oltre ad ascoltarla in abbondanza divertendo con essa.
Fabio ci ha salutati con questa frase che ci sembra il giusto epilogo per una così bella serata “La cornamusa è lo strumento che racconta il presente attraverso il passato”.
L'eroica attività di Palatucci è stata riconosciuta da tutti. Per la Repubblica italiana Palatucci è Medaglia d'oro al merito civile; per il mondo ebraico è un Giusto fra le Nazioni; per i cattolici è un Servo di Dio e si lavora per la sua beatificazione.
Improvvisamente, nel 2013, la figura di questo poliziotto martire è stata radicalmente contestata da una lettera pubblicata dal New York Times e ripresa anche dalla stampa italiana. L'uomo vi è stato dipinto come un fanatico nazifascista, anziché un generoso che aiutò gli altri a prezzo di se stesso.
Nazareno Giusti, giovane poliziotto appassionato di storia, ha ricostruito l'intera vicenda, intervistando testimoni e scandagliando le fonti. La figura di Palatucci riemerge nel suo ostinato coraggio e nell'inarrestabile ricerca del bene.