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TESTO E FOTO DI
Matteo Franzoni
Spettacolo al teatro Astoria di Fiorano Modenese per l’esibizione degli acrobati della compagnia Casa Dolce Casa. Dopo l’emozionante performance degli artisti, provenienti da tutto il mondo, il pubblico ha avuto la fortuna di potersi intrattenere con alcuni di loro che si sono simpaticamente prestati a raccontare la storia, alcuni retroscena e curiosità delle acrobazie eseguite.
Il primo allestimento dello spettacolo partì sei anni fa da Budapest come progetto europeo, poi da progetto divenne compagnia grazie alla complicità e all’esperienza di Marcello Chiarenza e Alessandro Serena che hanno saputo mescolare il teatro all’arte del circo.
All’inizio lo spettacolo gira in Polonia, Ungheria, Romania, ora grazie alla contaminazione di artisti italiani ed esteri è itinerante anche in Italia. La diffusione dello stesso è dovuta a “Circo e dintorni”, agenzia che si occupa di spettacoli circensi e affini.
Le musiche sono di Carlo Cialdo Capelli, sono state scritte apposta per questa rappresentazione e rendono l’atmosfera tipica delle zone balcaniche magiche. Lo spettacolo va in scena da oltre 2 anni e ha al suo attivo più di duecento repliche che però non sono mai uguali, dato che le performances si adeguano di volta in volta a seconda degli spazi, del pubblico, dei teatri, delle strade e dei paesi in cui gli artisti si esibiscono.
Ad accogliere il pubblico c’è Carlo, l’attore protagonista, che cerca subito di instaurare un rapporto con i presenti vendendo finti programmi della messa in scena, topi morti (finti anch’essi) e neve, portando fin da subito il pubblico in un modo di sogno e fantasia.
La performance prosegue con Carlo che sale sul palco e cominciano le acrobazie, accompagnate dalla musica balcanica, dando inizio alla rappresentazione della storia della sua vita. Gli artisti eseguono acrobazie di gruppo e singole aiutati da una semplice scenografia, accompagnando il pubblico con momenti ironici e spettacolari fino alla conclusione.
Come accennato all’inizio gli artisti si sono poi intrattenuti con il pubblico e hanno raccontato che il mondo del circo comporta tanti sacrifici, si diventa acrobati con l’allenamento costante (più di 8 ore tutti i giorni), conoscendo e rispettando il proprio corpo.
Molti della compagnia sono ginnasti pluri medagliati russi.
In Italia stanno nascendo molte scuole circensi tipo “Creazione Spettacolo” di San Donà sul Piave, questo è il modo più immediato per avvicinarsi a questo mondo.
Sono proprio queste scuole attente ai cambiamenti che tengono aggiornati gli atleti all’arte dei giorni nostri, all’attualità, pur non stravolgendo le rappresentazioni rispetto al passato cercano di tener conto della tradizione essendo al contempo consci che è l’artista stesso che cambia ogni giorno comunicando il suo cambiamento agli spettatori durante le rappresentazioni.
Infatti tutto è pensato e ragionato per comunicare con il pubblico, si vuole lasciare un messaggio, non si è più dei semplici giocolieri e basta. Importante è la comunicazione visiva data dalla gestualità teatrale e dai pochi e semplici oggetti di scena: una finestra, una porta, un tavolo con poche sedie e una cornice che fanno partire l’immaginazione, la favola sia per i piccini che per gli adulti.
La sensazione che pervade lo spettatore è di calore (anche quando viene inscenato il brutto tempo con la neve) e familiarità.
Allo stesso tempo risulta imprevedibile, proprio come la vita; la rappresentazione lascia la sensazione di aver perso qualche cosa (questo dovuto al fatto voluto della ricchezza di numeri presenti contemporaneamente). Lo sforzo della compagnia è incentrato nella comunicazione non verbale, ne è la riprova che alla fine lo spettatore esce sì soddisfatto ma con il rammarico di non avere potuto seguire tutto, di aver dovuto operare delle scelte, perché questo è ciò che gli artisti hanno voluto comunicare. Nella rappresentazione ci sono davvero tanti elementi che sta allo spettatore assemblare e dare un significato a seconda delle scelte fatte osservando lo spettacolo. Tutto è messo in scena senza timore di chi osserva, anzi una delle maggiori preoccupazioni è proprio il fatto che tutto sia ben visibile. Alla fine gli artisti comunicano, pur senza parlare direttamente al pubblico, di mantenere le proprie necessità vitali (cibo divertimento, lavoro) ma anche e soprattutto di comprendere l’importanza di altri valori come casa, la famiglia, il calore, l’amicizia e i sentimenti.
L’effetto speciale dello spettacolo è che parla di quello che la gente vive tutti i giorni, certo lo fa con ironia, acrobazie e ironia balcanica, ma ci dice che nella vita si può e si deve tendere a un miglioramento grazie alle proprie qualità e scelte operate durante il nostro personale percorso di vita.