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TESTO DI

Paolo Del Mela

FOTO DI

Andrea Quartieri

Cyber libellule

Sfogliando il vocabolario alla voce “Drone” si legge: Bersaglio radiocomandato per esercitazioni militari. Sicuramente quando è stato introdotto il termine gli usi della macchina erano solo quelli, poi con l’evoluzione delle tecnologie più disparate, sollecitate anche da necessità industriali e militari il termine ha assunto significati più ampi associandolo a macchine robotizzate dagli usi più diversi e non necessariamente volanti. Con il veloce progredire della tecnica, con le miniaturizzazioni esasperate della microelettronica, e grazie alla possibilità di realizzare strutture meccaniche resistentissime e superleggere si è passati in poco tempo alla realizzazione di macchine dalle applicazioni fantastiche ed impensabili. I primi ad utilizzare tali tecnologie sono stati neanche a dirlo  i militari. La possibilità di avere una macchina volante, guidata da remoto, che sorvola il territorio nemico riprendendo immagini e sparando missili letali all’occorrenza, costituisce di per se un vantaggio tattico non indifferente come abbiamo avuto modo di osservare ciò che succede dalle parti della Palestina, del Pakistan o dell’Afghanistan. Dopo i recenti attentati di Boston abbiamo avuto modo di vedere quanto è facile scoprire un uomo nascosto sotto un telone, utilizzando un drone equipaggiato con una camera termica. Al riguardo, sui motori di ricerca internet alla voce “Drone” esistono filmati dove ciascuno può verificare la versatilità e la  letalità di queste macchine da guerra . Sono lontani i tempi dell’U2 e non ci sono più i Gary Powers da reclamare in caso di abbattimento. Gli usi di questi oggetti  per spionaggio stanno soppiantando i satelliti artificiali e in qualche caso droni estremamente piccoli possono essere introdotti in ambienti protetti per trasmettere informazioni e/o immagini. La miniaturizzazione ha raggiunto traguardi straordinari consentendo la realizzazione di macchine volanti delle dimensioni di un insetto. Da parte dell’osservato o spiato che sia la contromisura più efficace è, se non l’uso di una zanzariera, l’individuazione tempestiva e l’eliminazione dell’oggetto, operazione non sempre agevole anche perché questi  cyberinsetti sono silenziosissimi e molto discreti. Dal punto di vista del diritto internazionale l’uso di tali velivoli pare violi la sovranità nazionale, e in ogni caso se  i satelliti artificiali sono accettati , i droni sono soggetti ad una caccia spietata.  I satelliti viaggiano a 80 Km di altezza , i droni, quando volano alti, possono arrivare a 20 km di  tangenza, ma a che quota inizia la sovranità nazionale?

 

Se questi sono problemi di politica militare, anche in campo civile qualche problema esiste. E’ di poco tempo fa la notizia di un Drone caduto accidentalmente sul terrazzo di uno studente, il quale non conoscendo l’oggetto, ha pensato bene di farci su dei soldi mettendolo in vendita su Ebay. Il drone in questione stava effettuando riprese dall’alto in una via di Bologna per conto di una società che lavora nel campo dell’architettura. Con tali macchine è infatti possibile effettuare riprese ad alta definizione dall’alto con effetti scenici di notevole impatto. Un drone è stato recentemente impiegato nelle zone terremotate dell’Emilia per la verifica da vicino di strutture lesionate e per una efficace valutazione dei danni. Le applicazioni civili poi possono essere le più impensabili, dal controllo di sicurezza su strade pubbliche, anche di notte, alla vigilanza di aree industriali, dal controllo degli abusi edilizi all’aerofotogrammetria, e chi più ne ha più ne metta. Anche in questo caso però nascono problemi di regolamentazione tutti da studiare.

 

Innanzitutto quali sono le quote di volo e le rotte ammesse per non interferire con altri velivoli? E’ di pochi mesi fa (6 Marzo)  la notizia di un incontro ravvicinato tra un aereo Alitalia  in fase di atterraggio all’aeroporto JFK di New York ed un drone passato a circa sessanta metri dalla fusoliera. Ancora, problemi di rispetto della privacy. A nessuno credo piacerebbe scoprire una di queste macchine che guarda impunemente in casa attraverso una finestra. A tal proposito, sfogliando i cataloghi di modellismo, si può scoprire che esistono in vendita droni miniaturizzati dotati di telecamera stabilizzata ad un prezzo inferiore ai 300 euro, pilotabili da un semplice Smartphone. Avremo tutti in futuro un drone personalizzato? Per adesso l’autonomia di tali aggeggi non supera i dieci minuti di volo e il centinaio di metri di distanza dal pilota, ma in futuro? Potremo verificare se la strada per recarsi al lavoro è intasata o no, ma potremmo anche utilizzare l’oggetto per verificare dove si reca la vostra ragazza, o ragazzo, quando non ci siete. Avremo i cieli delle nostre città infestate da nugoli di cyber insetti che ci spiano? I cacciatori potranno gioire sparando ad un drone-tordo, con buona pace degli ambientalisti, anche se poi diventerà difficile cucinarlo a dovere. Il futuro è già cominciato da un pezzo ed occorrono regole urgenti ma, nel paese di Quinto Fabio Massimo e dei “garanti” che non garantiscono nulla, questo diventa difficilissimo.