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TESTO DI Sabattini |
FOTO DI U.S. Arcoveggio Bologna |
La passione di Bologna per i cavalli e le corse risale ormai ai tempi antichi quando memorabili tornei si svolgevano sotto le due torri, dal Medioevo all’età barocca.
Ma erano soprattutto i Palii ad attirare maggiormente l’attenzione del popolo, che per l’occasione veniva coinvolto in un’atmosfera di sfrenata allegria che si riversava per le piazze e le vie cittadine.
Occasioni queste per ricordare avvenimenti particolari di interesse civile o religioso.
Tra i tanti, il più antico e noto era il Palio di S. Bartolomeo, iniziato a corrersi il 24 agosto 1249, per celebrare la battaglia della Fossalta contro i modenesi, nella quale cadde prigioniero Re Enzo (successivamente, i festeggiamenti celebrativi vennero a modificarsi, e la corsa fu “sostituita” da un grande evento annuale di piazza, la Festa della Porchetta, con spettacoli ospitati in allestimenti e coreografie che occupavano l’intera Piazza Maggiore).
Di particolare interesse anche il Palio di S. Pietro, istituito nel 1254 per festeggiare la conquista di Cervia da parte delle armate bolognesi.
In onore del Santo Patrono della città, dal 1396 al 1854, si svolse il Palio di San Petronio, l’unico a rimanere in vita dopo la bufera napoleonica che ripulì la città dai suoi palii.
Ironica la trovata di istituire un Palio in onore del Cardinal Lambertini - che abolì tutte le corse esclusi i Palii di S. Pietro e di S. Petronio - ogni 17 di agosto, in ricordo della sua assunzione al trono pontificio col nome di Benedetto XIV, avvenuta nel 1740.
Queste corse erano tutte regolate da norme ben precise: prima della gara si affiggevano i bandi lungo le vie del percorso in modo che venissero ripulite tutte le strade. I cavalli iscritti dovevano essere almeno tre e di tre proprietari diversi e la vigilia della corsa si effettuava il pagamento di 7 soldi a cavallo nel cortile del palazzo del Podestà.
Prima della sfida, sulla ringhiera del Palazzo Comunale, avveniva la presentazione tra la musica del palio alla folla. I cavalli venivano poi allineati a suon di tromba fra due corde, una davanti e l’altra dietro, in attesa del via.
Nel Palio di San Petronio, per esempio, l’iscrizione avveniva il pomeriggio del 4 ottobre nel secondo cortile del Palazzo Comunale. Dopo l’arrivo i tre classificati, tra gli applausi della folla, venivano condotti fino al Palazzo del Comune da un drappello armato preceduto da una bandiera che assieme ai 90 scudi erano dati in premio al vincitore.
Queste manifestazioni avevano molto seguito sia tra il popolo che tra la nobiltà tanto che l’istituzione di nuovi premi veniva stabilita con apposite donazioni testamentarie. Tra questi particolare il caso del Conte Vincenzo Hercolani nel 1671 i cui lasciti andarono pian piano aumentando fino a formare, alla metà del ‘700, un capitale di 12.000 scudi. La cifra fu il finanziamento più sostanzioso per la costruzione del nuovo Teatro Comunale.
Se Bologna possiede questo teatro lo deve quindi... ai cavalli !