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TESTO E FOTO DI

Marco Sassoli

Nuove tecnologie crescono all’ombra del volontariato e si nutrono di sole

Un’”Onda Solare” investe scuola, studenti, ricercatori, imprenditori, tecnici, privati e coinvolge persino Maranello e la Ferrari

Prima della partenza per l’Australia si sono ritrovati tutti al Museo Ferrari di Maranello ad incontrati amici, appassionati, sponsor e curiosi. Ad ottobre, una squadra di circa venti persone, tra cui piloti, tecnici e supporter, parteciperà al WORLD SOLAR CHALLENGE AUSTRALIANO 2013. Una corsa di 3000 chilometri che da Darwin, attraversando il Bush del “continente fossile”, arriverà ad Adelaide. Una corsa silenziosa attraverso il deserto, perché le auto che partecipano a questa competizione corrono di giorno,alimentate solo dalla luce del sole e riposano la notte. Emilia 3, il nome di battesimo dell’auto italiana, è frutto del lavoro di tante menti e talenti che hanno lavorato spinte dalla passione e dalla buona volontà di imprenditori di piccole e medie aziende che hanno donato componenti o aiutato con contributi.

 

Il prototipo è lungo circa cinque metri, pesa meno di duecento chilogrammi, ha un corpo in carbonio ed è alimentato con celle fotovoltaiche innovative messe a punto grazie all’esperienza sviluppata tra CNR-ISMAR e alcuni velisti, tra cui Giovanni Soldini, che li hanno adottati per le loro competizioni. La resa delle celle e la gestione dell’energia prodotta è fondamentale per  arrivare al traguardo, ma gli spazi su cui disporre i moduli è limitato, esattamente come sulle barche da competizione. Esperimenti ed esperienze come quelle studiate dai tanti team che con le loro auto solari partecipano a questa gara possono aiutare il mondo ad andare verso un futuro orientato a comportamenti energetici più virtuosi, in cui sarà possibile utilizzare meno combustibile fossile e più fonti rinnovabili. 

 

In questa esperienza tecnologica di Onda Solare c’è fatica, volontà, intelligenza e idee. Una realizzazione straordinaria che unisce scuola, impresa, istituzioni. La prova che le sinergie funzionano...” è stato detto alla presentazione avvenuta all’interno del celebre museo Enzo Ferrari, tra simulatori di guida, silhouette di Ascari, Fangio, Lauda, Schumacher e tanti altri.

 

Già… Fare gruppo, fare squadra, lavorare per obiettivi comuni, indipendentemente dai risultati. L’importante è partecipare. Una frase inflazionata, ma quanto mai vera. Un esempio per tutti, che dimostra come volontà, capitale umano e passione producono comunque risultati. Straordinaria questa nostra regione. Straordinario il suo territorio. Straordinaria la via Emilia dei motori, che unisce società, cultura, imprenditoria, terra, valori, persone, lavoro. Straordinaria per le opportunità che ancora riesce a salvaguardare e per la competitività ed eccellenza delle sue aziende. “In Emilia Romagna si può costruire qualsiasi cosa girando in bicicletta. Solo da noi questo è possibile. E’ una cosa fantastica...”. Così come è fantastico che a un anno dal terremoto e quasi senza prendere aiuti dallo stato, le imprese colpite dal terremoto si siano riorganizzate e ripartite. Da sole.

 

Lavorare senza fondi, grazie al volontariato e alle sponsorizzazioni, ma partecipare e rappresentare comunque il meglio e l’eccellenza tecnologica del nostro paese, ed esserne orgogliosi. Questo è un altro miracolo. Un miracolo che non ha prezzo. Difficile da quantificare. Se fosse vero che anche gli oggetti hanno un’anima, quella di Emilia tre sarà sicuramente la più luminosa e bella nell’arido deserto australiano. In bocca al lupo ragazzi. E.... Viva l’Italia viva.