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TESTO DI

Paolo Del Mela

Margherita

Oggi 29 giugno 2013 è morta una stella. Ma a differenza delle consuete leggi della cosmologia non è esplosa, non è divenuta una super nova, non ha messo in subbuglio l’umano universo, vestita della sua semplicità che l’ha sempre caratterizzata se n’è andata in silenzio, lasciando solo un grande vuoto. Un buco nero che non potremo mai colmare perché Margherita ci ha lasciato, oltre alla sua indiscutibile capacità di studioso, un’eredità morale e comportamentale che ha fatto di lei un personaggio.

 

“Bischerate!” direbbe lei , schernendosi, con quel caratteristico accento fiorentino, “io ho sempre inteso le problematiche etiche e sociali a modo mio e ognuno deve essere libero di pensarla come vuole senza calpestare gli altri, punto e basta”. Nata a Firenze nel 1922 , cresciuta in un ambiente di ampie vedute ha voluto essere libera per tutta la vita. Forse per quella eredità genetica trasmessale da entrambe i genitori e sicuramente la estrema libertà lasciatale in gioventù l’ha predisposta a ricercare fin da piccola molteplici interessi. E forse in una limpida notte di tramontana, quando il cielo di Firenze diviene di puro cristallo, quella miriade di puntini luminosi sull’immensa volta celeste l’affascinarono a tal punto da convincerla a saperne di più. Ci vide l’umanità, con tutte le sue incertezze e timori di fronte all’infinito, ma anche la necessità di guardare più a fondo, senza spiegazioni di comodo e cosciente che un’intera vita di studio avrebbe aggiunto solo una piccola goccia a ciò che conosciamo dell’ immensità dell’universo. Ma come diceva lei “il progresso della conoscenza avviene perché noi possiamo basarci sul lavoro dei grandi geni che ci hanno preceduto” e lei, senza pretendere di essere un genio, voleva aggiungere un tassello a quella conoscenza.

 

Margherita si laureò nel 1945 in astrofisica presso l’università di Firenze.

L’anno prima aveva sposato il suo compagno Aldo, vecchio amico di giochi da adolescente, con il quale ha condiviso quasi un settantennio di vita compensandosi e aiutandosi a vicenda.

Docente di astrofisica presso l’Università di Trieste per quasi un trentennio fu l’artefice della rinascita dell’osservatorio astronomico della sua città elevandolo a rinomanza internazionale e fu la prima donna a dirigerlo. Ha lavorato all’estero presso l’Università di Utrecht, e a Berkeley preoccupandosi di formare una schiera di ricercatori e di inserirli nel circuito di studi internazionali. E’ stata membro dell’Accademia dei Lincei e ha collaborato con l’ESA e la NASA.  E’ stata anche una divulgatrice appassionata di temi scientifici e sociali. In politica ci è stata trascinata qualche volta, ma lei non lo faceva per acquisire potere, la politica era solo un mezzo per trasmettere le sue convinzioni, sulle quali non sarebbe mai stata disposta a transigere e delle quali andava fiera.

 

 Il suo personaggio iniziò a prendere forma da alcuni suoi interventi televisivi quando, accanto a compassati docenti e impomatati presenzialisti,  preoccupati più  dell’immagine che della sostanza, lei, con la sua testa arruffata e la parlata accattivante, esordiva con la sua schietta sincerità e spiattellava pareri e pensieri convinta della bontà delle sue idee. E questa sua caratteristica unita alla sua parlata in fiorentino, suscitava talvolta un po’ di bonaria ilarità, conferendole una certa dose di simpatia.

Il suo modus vivendi è stato esemplare, oltre che studiosa era una profonda amante della natura, ha scelto di essere vegetariana per non contraddire la sua volontà di non far soffrire gli animali. Ha vissuto a Trieste in compagnia del consorte e di diversi cani e gatti, alcuni raccolti dalla strada. Non ha avuto figli, ma la sua vita deve essere stata delle più appaganti.

Ciao signora delle stelle, come ti hanno definito le cronache, sei stata una persona speciale, una cometa di luce in un paese che diventa ogni giorno più buio e insignificante.