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TESTO DI Andrea Guolo |
1.370. Tanti i giornalisti che, dal 2006 a oggi, sono stati bersaglio di minacce, aggressioni e attacchi da parte di organizzazioni di diverso tipo. Diverse le fattispecie: si va dal cronista sportivo attaccato dagli ultras per un servizio poco schierato, al notista politico sgradito al sindaco o all’assessore di turno, al fotoreporter picchiato dal bodyguard della star cinematografica. Ma quando si parla di mafia, certamente la questione si fa più grave. Perché in passato diversi colleghi hanno pagato con la vita la propria volontà di informare. Si pensi a Giovanni Spampinato, Mauro de Mauro, Beppe Alfano, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani. E purtroppo l’elenco non si ferma qui.Minacce e intimidazioni di stampo mafioso non riguardano però soltanto il sud. In Emilia Romagna, come molti sanno, c’è un giornalista che per le sue cronache pubblicate dalla Gazzetta di Modena oggi vive sotto scorta. Parliamo naturalmente di Giovanni Tizian.
E in Lombardia si moltiplicano attacchi contro la libera informazione anche ai danni di giovani e coraggiose colleghe.
Proprio tre donne sono state protagoniste di un’iniziativa speciale che si è tenuta a Bologna, mercoledì 17 aprile al teatro Testoni.
Tiziana Di Masi, attrice impegnata nel teatro sociale e da quasi tre anni in tournée con “Mafie in Pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida”, ha creato un format per dare “Voce alle parole” scritte da questi cronisti che sono stati aggrediti, minacciati, intimiditi soltanto per aver scelto di fare il proprio mestiere: raccontare i fatti.
Con lei, erano sul palco due donne che hanno detto “no” alla ‘ndrangheta e a chi voleva imporre il silenzio stampa sulle attività affaristico-criminali gestite nella provincia di Milano.
Ester Castano, giornalista di Altomilanese, è stata bersagliata per un anno dalle querele e diffide del sindaco di Sedriano (Milano) Alfredo Celeste, arrestato nell’ottobre del 2012 con l’accusa di aver intrattenuto stretti rapporti con un boss della ‘ndrangheta. Ester gli faceva troppe domande…
Francesca Santolini, cronista de Il Giorno che segue da diversi anni l’emergenza mafiosa nel territorio di Milano sud (Corsico, Buccinasco e Assago), è stata vittima alla fine di gennaio di un attentato, tuttora da chiarire, con raffiche di mitra sparate a salve contro un’auto a bordo della quale viaggiava in compagnia di un’amica, ex consigliere comunale.
Gli articoli scritti da Castano e Santolini sono stati raccontati e interpretati davanti al pubblico bolognese da Tiziana Di Masi, che ha poi lasciato spazio alle testimonianze delle giornaliste sulla presenza delle mafie in Lombardia e sulle difficoltà di fare informazione nella regione più ricca e popolosa d’Italia, diventata ostaggio della criminalità organizzata di stampo mafioso proprio per il peso della sua economia.
La serata è stata organizzata dalla Cgil di Bologna all'interno di Civica 2013, iniziative di cultura antimafia, per la raccolta firme a sostegno della campagna “Io riattivo il lavoro”, per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare sul recupero delle attività produttive confiscate alla criminalità organizzata, a cui aderiscono Cgil, Libera, Arci, Avviso Pubblico, Legacoop, Sos Impresa, Centro Studi Pio La Torre e Acli.
Con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, della Lombardia e della Federazione Nazionale della Stampa.
Lo spettacolo di teatro/giornale è stato preceduto dagli interventi di Danilo Gruppi (segretario della Camera del Lavoro di Bologna), Nadia Monti (assessore alla Legalità del Comune di Bologna), Serena Bersani (presidente Associazione Stampa Emilia Romagna) e Gerardo Bombonato (presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna).
“Ciò che è stato scritto da Ester Castano e Francesca Santolini” afferma Tiziana Di Masi, “merita di essere conosciuto da un pubblico ben più ampio, perché costituisce un patrimonio civile che deve essere alimentato e diffuso in piazze, biblioteche e altri luoghi di aggregazione. Queste testimoni dell'informazione libera non devono essere lasciate sole”.
A tal fine nasce l’idea di ‘Voce alle parole’, una struttura aperta che ha già avuto tra i protagonisti Giovanni Tizian e Arnaldo Capezzuto, che coniuga teatro di narrazione e giornalismo di inchiesta e che vuole essere un’autentica forma di divulgazione a sostegno alla libera informazione.
“In Italia”, sottolinea Tiziana Di Masi, “ci sono cronisti che operano spesso nella precarietà e che per pochi euro al pezzo, lontano dai riflettori della celebrità, raccontano a un lettore sempre più distratto ciò che accade spesso sotto la porta di casa sua. Credo che la forza della voce possa arrivare là dove la scrittura talvolta non riesce. Questi sono autentici "attori civili", costituiscono il baluardo e il presidio di resistenza più forte che la nostra civiltà è chiamata a difendere”.