Pubblicisti
03/05/2018
LETTERA GIPU N. 3 (32) – Consiliatura 2017-2020
Care Colleghe e cari Colleghi,
eccovi la seconda Lettera Gipu 2018, con le ultime novità e riflessioni, grazie al contributo di tutti gli amici Gipu presenti nelle istituzioni della categoria, in particolare di Emilio Bonavita, Michelangelo Bucci, Francesca Caggiati, Mario Paolo Guidetti e Alberto Lazzarini, nonché della Segreteria.
1. TUTTO FERMO PER I GIORNALISTI PUBBLICISTI
Non ci sono particolari novità in merito al ruolo e alle richieste dei Giornalisti Pubblicisti, presenti nei diversi tavoli di autogestione di categoria: si sta aspettando che le specifiche Commissioni parlamentari avviino pienamente le loro attività dopo la formazione del nuovo Governo. Di conseguenza, tutto è fermo, a partire dal riconoscimento economico del nostro lavoro, dunque del ripristino del Tariffario minimo delle prestazioni giornalistiche, più volte richiesto, che finora riscontra “forti problemi di udito” non soltanto da parte di istituzioni e forze politiche, ma di gran parte degli organi di categoria e degli editori. Dopo l’estate vi informeremo sugli eventuali sviluppi.
2. CONTRIBUTI ALL’EDITORIA
Rispondendo anche alle richieste di alcuni colleghi, vi informiamo in merito ai contributi all’editoria. Le nuove regole per la distribuzione dei contributi diretti all’editoria, ovvero i fondi con cui il Governo finanzia alcune categorie di giornali, sono state approvate il 24 marzo 2017 (e il successivo 28 luglio 2017 i decreti attuativi), ma sono applicate a partire dai contributi relativi all’attuale anno in corso. La novità più importante è la seguente: i fondi non potranno più essere ricevuti da “imprese editrici di organi d’informazione dei partiti, dei movimenti politici e sindacali”. Seconda novità: il nuovo sistema di distribuzione vuole incentivare il passaggio al digitale, per cui, ad esempio, potranno ricevere il finanziamento soltanto le imprese che pubblicheranno un’edizione digitale, oltre a quella cartacea, del loro giornale.
Per quanto riguarda i criteri di distribuzione, i contributi sono calcolati, come per gli anni precedenti, in parte come rimborso dei costi e in parte in base al numero delle copie vendute.
Vengono però riconosciuti in percentuale più alta i costi connessi all’edizione digitale, proprio per sostenere la transizione dalla carta al web. Le nuove norme prevedono parametri diversi in base al numero di copie vendute, introducendo un limite massimo al contributo, che in ogni caso non potrà superare il 50% dei ricavi conseguiti nell’anno di riferimento.
Il decreto legislativo approvato dal Governo (in attuazione della legge 198 del 2016 che ha istituito il fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, delegando il Governo a ridefinire, tra le altre cose, la disciplina del sostegno pubblico all’editoria), individua sette categorie di imprese editoriali che possono chiedere tale sostegno:
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1. le cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici; 2. le imprese editrici di quotidiani e periodici, il cui capitale sia detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni ed enti senza fini di lucro (solo per un periodo transitorio di cinque anni dall’entrata in vigore della legge delega); 3. gli enti senza fini di lucro, ovvero le imprese editrici di quotidiani e periodici, il cui capitale sia interamente detenuto da tali enti; 4. le imprese editrici di quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche; 5. le imprese editrici, gli enti e le associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti; 6. le associazioni dei consumatori (iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo) che editano periodici in materia di tutela del consumatore; 7. le imprese editrici di quotidiani e periodici italiani editi e diffusi all’estero, o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.
Il decreto non modifica invece i contributi indiretti, ovvero gli sconti fiscali e le agevolazioni sugli acquisti di carta, pur ridotti moltissimo negli ultimi anni, di cui usufruiscono soprattutto i grandi gruppi editoriali. Per la presentazione della domanda e della relativa documentazione nei tempi indicati dal decreto legislativo si rimanda alla rete web, dove sono presenti diversi siti in grado di fornire le informazioni necessarie.
3. CONTRIBUTI ANCHE DALLA REGIONE
Anche la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato un’apposita legge, la n. 11 del 23 giugno 2017 (“Sostegno all’editoria locale”), in cui mette a disposizione specifici contributi. Importanti, in tal senso, sono gli artt. 1 (Oggetto e finalità), 2 (Definizioni) e 8 (Sostegno all’avvio d’imprese di giovani giornalisti).
Il primo afferma che: “1. L’informazione libera e plurale è alla base di una società democratica e aperta e come tale rappresenta un bene d’interesse pubblico da tutelare. Per questo la Regione Emilia-Romagna sostiene le imprese operanti nel settore in ambito locale, in primo luogo per la loro qualificazione e innovazione, perseguendo l’obiettivo di una sempre maggiore informazione ai cittadini e della loro partecipazione attiva alla formazione dei processi decisionali. 2. Per le finalità di cui al comma 1 la Regione promuove appositi interventi volti a scongiurare l’impoverimento del panorama dell’informazione locale e la standardizzazione dei contenuti, contrastare eventuali squilibri territoriali, sostenere l'innovazione organizzativa e tecnologica, salvaguardando al contempo i livelli occupazionali, contrastare la precarizzazione del lavoro giornalistico e dell’intera filiera tecnica di produzione dell’informazione tutelandone la qualità e la professionalità, sostenere l’avvio d’imprese fondate o composte da giovani giornalisti”.
Il secondo indica che: “1. Ai sensi e per gli effetti della presente legge sono imprese dell'informazione operanti in ambito locale le imprese, aventi qualsiasi forma giuridica, iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione (ROC) che svolgono la propria attività in uno dei seguenti ambiti:
a) emittenza televisiva digitale terrestre (DTT); b) emittenza radiofonica con trasmissione di segnale con tecnologia analogica e digitale ovvero con tecnologie DAB/DAB+ o DRM/DRM+; c) emittenza radio ed emittenza radio-televisiva via web, streaming/applicazione on demand su diverse piattaforme o con trasmissione di segnale con tecnologie satellitari; d) stampa quotidiana cartacea; e) testate giornalistiche online; f) agenzie di stampa quotidiana; g) stampa periodica regionale e locale”.
L’art. 8 afferma altresì che: “1. La Regione favorisce la nascita d’imprese, aventi qualsiasi forma giuridica, partecipate da giornalisti iscritti all’Albo dei giornalisti di cui all’articolo 26 della legge n. 69 del 1963 che abbiano meno di trentacinque anni all’atto di costituzione dell’impresa.
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2. Tali imprese devono operare in Emilia-Romagna e svolgere attività di: a) produzione di contenuti e prodotti giornalistici e informativi per quotidiani e periodici, emittenti radiotele-visive, web tv e web radio, testate web; b) ufficio stampa; c) campagne di comunicazione; d) consulenza editoriale. Info: http://demetra.regione.emilia- romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:legge:2017;11.
4. SITUAZIONE ISCRITTI E... FORMATI IN EMILIA-ROMAGNA
L’ultimo stato pubblico degli iscritti al nostro Ordine regionale (30 settembre 2017) segnala: 1.425 professionisti attivi e 267 pensionati; 54 praticanti; 6 giornalisti stranieri; 3.937 pubblicisti attivi e 742 pensionati per un totale di 6.369); l’Ordine registra altresì 638 iscritti (non giornalisti) all’elenco speciale.
In merito alla formazione (il dato, aggiornato al 27 marzo 2017, registra una differenza di sette unità: 6.361 iscritti, anziché 6.369), i colleghi professionisti e pubblicisti che hanno completato il percorso formativo obbligatorio nel triennio 2014- 2016 sono stati 4.658, mentre quelli che non hanno raggiunto i crediti sufficienti sono 1.703. Per loro, se non hanno provveduto nei tempi previsti a completare l’iter formativo, scatteranno le sanzioni approvate dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti contenuto nell’apposito documento sulle Linee guida in materia di sanzioni disciplinari per il mancato assolvimento dell'obbligo formativo, introdotto col Dpr 137/2012, relativo al triennio 2014-2016. I Consigli regionali e i Consigli Territoriali di Disciplina hanno avviato “i procedimenti a partire dagli inadempienti totali”. Il documento prevede la censura per gli inadempienti totali e l'avvertimento per gli inadempienti parziali. In caso di posizioni recidive riscon- trate al termine del triennio 2017-2019, ci sarà l’inasprimento delle sanzioni sulla base di un criterio di proporzionalità a partire dalla sospensione. Nel triennio 2017-2019 la situazione dell’obbligo formativo (60 crediti, di cui 20 deontologici) dei giornalisti emiliano-romagnoli in regola al 27 marzo 2018 è la seguente: 4.964 iscritti hanno acquisito più di 15 crediti su 60, i restanti 1.397 meno di 15.
5. ROBERTO ZALAMBANI ELETTO PRESIDENTE UNAGA-FNSI
L'impegno del Gipu a favore delle specializzazioni giornalistiche ha trovato un ulteriore elemento di valorizzazione con l'elezione all'unanimità e per acclama-zione del componente della Segreteria Roberto Zalambani a presidente nazio-nale dell'Unaga, l'Unione delle Associazioni regionali e interregionali dei giornalisti specializzati nell' agroalimentare, ambiente, energie e territorio della Fnsi. Per la migliore gestione dei lavori congressuali, svoltisi a Roma il 6 aprile scorso nel salone della Federazione della Stampa, hanno lavorato con efficacia i giornalisti Gipu Emilio Bonavita (presidente Arga Emilia Romagna) e Pier Luigi Nanni (presidente del Comitato scientifico Arga Emilia Romagna). Tra gli impegni presi dalla nuova presidenza, ci sono la valorizzazione dei corsi di formazione sulle specializzazioni, l'impegno dentro e fuori dal sindacato per la dignità e la giusta retribuzione del lavoro giornalistico non contrattualizzato e per una stagione di più intense relazioni con il mondo sociale e civile. L'Arga dell'Emilia Romagna ha svolto negli ultimi mesi moltissime iniziative, tra le quali segnaliamo la partecipazione alle fiere specializzate Sigep di Rimini, AgriUmbria di Bastia Umbra, Misen di Ferrara e Cibus di Parma.
6. UN LIBRO SUI GIORNALISTI CADUTI NELLA “GRANDE GUERRA”
È uscito in questi giorni il volume (448 pagine): “Martiri di carta. I giornalisti caduti nella Grande Guerra”, curato dal collega Pierluigi Franz e da Enrico Serventi Longhi, assegnista di ricerca e professore a contratto all’Università la Sapienza di Roma (Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche).
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Il volume, edito da Gaspari Editore di Udine per conto della Fondazione sul Giorna- lismo "Paolo Murialdi" di Roma, è frutto di sette anni di ricerche. In esso si racconta la storia - finora mai scritta - di 264 intellettuali di tutte le regioni (fra i quali Battisti, Stuparich, Serra, Gallardi, Boccioni, Niccolai, Umerini...) morti nel conflitto mondiale 1914-1918. La maggior parte dei caduti erano giovani ventenni che, provenienti da tutte le parti d’Italia, avevano cominciato a scrivere su grandi e piccoli giornali e riviste. Alcuni di essi erano stati chiamati alle armi, mentre altri erano andati volontari al fronte. Tra questi ve ne sono 31 nati in Emilia-Romagna, che ricordiamo in ordine alfabetico: Alberto Bani di Forlì, Gino Barbieri di Cesena, Pietro Bartoletti di Cesena, Cesare Bonola di Bologna, Mario Borghi di Reggio Emilia, Eligio Caccia-guerra di San Carlo di Cesena, Giovanni Capri di Bologna, Athos Casarini di Bologna, Carlo Cassan di Rimini, Pico Cavalieri di Ferrara, Giacomo Crollalanza di Piacenza, Antonio Fantini di Cesena, Garibaldi Franceschi di Modena, Dome-nico Giordani di Budrio (Bologna), Edgardo Macrelli di Sarsina (Forlì-Cesena), Germano Manini di Consandolo, frazione di Argenta (Ferrara), Achille Mazzoni di Forlì, Giovanni Modena di Reggio Emilia, Francesco Neri di Santa Sofia (Forlì-Cesena), Bruno Orsoni di Budrio (Bologna), Angelo Paglia di Bologna, Mario Poledrelli di San Niccolò d'Argenta (Ferrara), Gianni Sacenti di Castelfranco Emilia (Modena), Emilio Savini di Bologna (l'unico iscritto all'Associazione Stampa Emiliana), Renato Serra di Cesena, Giovanni Spallanzani di Modena, Gastone Tedeschi di Ferrara, Luca Antonio Tosi Bellucci di Modena, Giannetto Vassura di Cotignola (Ravenna), Carlo Vizzotto di Bologna e Pietro Zuffardi di Fornovo sul Taro (Parma).
Il Gipu è impegnato ad organizzare una o più presentazioni nella nostra regione in collaborazione con organismi di categoria. Ve ne daremo comunicazione.
7. IL NUOVO REGOLAMENTO SULLA PRIVACY
Dal prossimo 25 maggio 2018 sarà applicato il nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali: Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016. Per affrontare le relative problematiche alla luce delle novità che tale Regolamento contiene e che le imprese, i soggetti pubblici, i giornalisti e le altre categorie professionali dovranno attuare nelle loro attività, è stata predisposta una apposita guida. I fondamenti di liceità del trattamento sono indicati all'art. 6 del Regolamento e coincidono, in linea di massima, con quelli previsti dal Codice civile.
I contenuti dell'informativa sono elencati in modo tassativo negli artt. 13 (1) e 14 (1) del Regolamento stesso, mentre i diritti degli interessati (accesso, cancellazione-oblio, limitazione del trattamento dei dati, opposizione, portabilità) sono stabiliti, in via generale, negli artt. 11 e 12.
Il Regolamento definisce altresì le caratteristiche soggettive e le responsabilità del titolare e del responsabile del trattamento nei termini attualmente vigenti (si fa riferimento alla Direttiva 95/46/CE e al nostro Codice civile). Il Regolamento pone con forza l'accento sulla cosiddetta “responsabilizzazione” (accountability) di titolari e responsabili, i cui atti e comportamenti devono dimostrare la concreta adozione di misure per assicurare la corretta applicazione del Regolamento, ovvero il pieno rispetto della “Privacy”. In merito al trasferimento dei dati al di fuori dell'UE e dello spazio economico europeo, il Regolamento conferma la normativa vigente (Direttiva 95/46/CE e Codice civile).
La guida è scaricabile gratis dal sito: www.itgovernance.eu/guida/GDPR, o da quello del Garante: www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb- display/docweb/5187723.
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8. FORMAZIONE: I CORSI LIBERI DI MAGGIO E GIUGNO 2018
Proseguono le attività di formazione continua permanente relative al triennio formativo 2017-2019. Per partecipare ai corsi occorre iscriversi direttamente sulla Piattaforma Sigef al link: https://sigef-odg.lansystems.it/sigef/, dove sono riportati i corsi gratuiti promossi dall’Ordine nazionale e dagli Ordini regionali, oltre a quelli on line e a pagamento. L’Emilia-Romagna (Ordine e Fondazione) sta svolgendo il consue- to lavoro di organizzazione e proposta per tutti i colleghi.
Questi i corsi in regione con posti ancora liberi dal 22 maggio all’11 giugno 2018: a Bologna (22/05), Esercito e Pubblica Informazione; (30/05), Raccontare religione e cultura/e: una sfida impossibile?; a Riccione (01/06), Inchieste senza frontiere; Il giornalismo investigativo multimediale; Come portare in superficie il fiume di denaro illecito; Cybersecurity, controllo, sorveglianza; Teoria e pratica di facebook, il database dell'umanità; (02/06), Bitcoin: il lato oscuro delle criptovalute; Norme e pratiche giornalistiche della tv canadese; Tecniche di storytelling per il giornalismo investi- gativo; Il meglio del visual journalism; (03/06), Hacks, leaks e crittografia: dal deep web alle redazioni; Investigazione online, la deontologia del web; Raccontare le crisi per immagini. Come realizzare un servizio senza telecamera; This italian life: impara a realizzare il podcast perfetto; a Bologna (05/06) Come cambia Casagit; a Sala Baganza – Parma (11/06), Piace a Google? Scrivere per il web.
Per i corsi estivi si rimanda alla citata Piattaforma Sigef.
Infine, come di consueto, vi invitiamo a comunicarci le vostre domande e proposte. Buon lavoro e buona estate. Cordiali saluti.
novembre 2024
EDITORIALE
di: Alberto Bortolotti
Qualche tempo fa è finalmente arrivata la risposta alla domanda "a cosa servono i giornalisti a cosa serve il loro Ordine?". L'hanno data in diretta due voci radiofoniche. Sabato 27 maggio sui 97.3 e 97.6 di Radio International il giornalista Leo Vicari (dipendente dell'azienda) si è... (...segue +)